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Appunti sulla Rivoluzione Panellenica & cappuccino alla cannella

Creato il 25 marzo 2013 da Filelleni
Si celebra oggi, come il 25 Marzo di ogni anno, la liberazione della Grecia dall’Impero Ottomano. Il 191° anniversario della Rivoluzione Panellenica del 1821. In realtà la data celebra l’inizio della guerra di indipendenza che di fatto durò fino al 1832. A più riprese i Greci avevano tentato di liberarsi dalla dominazione turca che fin dal 1453 imponeva la propria legge sul territorio ellenico. Ma quel marzo del 1821 l’impeto dei rivoluzionari fu più forte dei tentativi di repressione. E l’eco si sentì in tutti gli ambienti liberali dell’Europa dell’epoca (senza l’ausilio di Facebook e senza adunanze in streeming!) tanto che molti illustri intellettuali, come l’inglese George Gordon Byron e gli italiani Santorre di Santarosa e Giuseppe Rosaroll, partirono per unirsi ai rivoluzionari che, guidati nel Peloponneso da Kolokotronis ed a Missolungi da Markos Botzaris, mantenevano ancora alcune importanti sacche di resistenza. Fu uno straordinario esempio di coesione attorno all’ ideale della libertà come sentimento trasversale.Fa un certo effetto, oggi, riflettere su questa circostanza, sulla capacità di sostenersEpanastasii reciprocamente in nome di un credo fondamentale come quello della libertà. Fa effetto oggi, che si celebra un altro compleanno: il 25 Marzo 1957, in Campidoglio, i sei Paesi fondatori della Comunità Europea (Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo) firmavano i due Trattati di Roma costitutivi della CEE (Comunità Economica Europea) e dell’EURATOM (Comunità Europea dell’Energia Atomica); i due Trattati ritenuti ancora oggi fondativi di quella Unione che oggi conta 27 Paesi.Firma_Trattato_Roma 1957
Ma cosa si aspetta la Grecia di festeggiare oggi? Cosa si aspettano le oltre 100 signore che chiacchierano intorno a me in questo affollatissimo caffè di Salonicco, come fossero in un lunedì qualunque di un Marzo qualunque? Hanno le signore una benché minima idea di quel che accade? E di quel che accadrà……
A guardarle, gioviali e impeccabilmente mesciate, verrebbe da dire che vivono in un altro mondo, ma poi torna alla mente quel mantra greco per cui la convivialità non è spreco, non è superficialità, ma semplicemente un modo sostanziale per con-dividere. Sembra di essere all’imbocco di un formicaio dove centinaia di formiche si scambiano frenetiche informazioni in un andirivieni all’apparenza privo di logica e di significato. Sarà così? O forse è solo il canto di instancabili cicale che allontanano con il loro cicaleccio il timore del calar della notte?
Sono tre anni che osservo e non ho ancora capito il confine del comportamento greco tra superficialità e senso profondo della vita; tra irresponsabilità e leggerezza dell’essere.
Intanto una anziana signora che mi ha chiesto asilo al tavolo (perché non ci sono più posti disponibili…) mi sorride e brinda alla mia salute alzando con gratitudine il bicchiere d’acqua che le ho porto. Anche il cameriere mi sorride mentre mi spolvera di cannella il cappuccino (cosa da far inorridire un italiano!).
Ma quante facce ha questo Paese? Il disinteresse e la irresponsabilità di una classe politica che ne ha spolpato le carni e disintegrato le viscere (qualcosa che ahimé ci suona familiare); la disponibilità di un tassista che ci attende col sorriso a notte fonda agli arrivi internazionali; l’arroganza di un medio borghese arricchito che pretende di gestire i rapporti interpersonali (e professionali) assumendo una implicita superiorità acquisita non si sa bene da quale presupposto; il sorriso dell’anziana signora seduta di fronte a me….
Cosa si aspetta dunque dal futuro questo multi variegato popolo? Dopo aver sopravvissuto a dominazioni cruente e distruttive; dopo aver accettato improbabili compromessi con il malgoverno; dopo aver (consapevolmente e non) demolito il patrimonio di cultura e di rispettabilità ; dopo essere stato messo alla gogna internazionale come la pecora nera d’Europa, cos’altro deve attraversare questo Paese per dimostrare la sua tenacia, la sua capacità di sopravvivenza. A che punto e’ oggi la Grecia?
E’ ottimista sul futuro l’Ambasciatore greco Cambanis a Roma, che intervistato proprio oggi, parla della capacità del popolo greco di riemergere dalle rovine. Popolazioni mandate in esilio, città bruciate, deportate, a più riprese conquistate, cedute, vendute, una cultura liquida, fluttuante, una struttura sociale dove popoli e culture si sono sovrapposte affiancandosi senza forzature e sovrapposizioni; una cultura liquida, fluttuante (e non solo per la presenza del mare importantissimo elemento di riferimento e coesione), pronta alle contaminazioni, dove ogni piccola traccia, diventa elemento importante, diventa testimonianza.
Ma cosa rimane oggi di quell’Ellade, ovvero di quella indiscussa sede delle radici stesse della cultura occidentale. Si riteneva, in epoca romantica, che l’arte potesse nascere solo con la libertà. Ed è per questo che l’arte greca di epoca classica, nata durante l’affermazione delle basi della democrazia, fosse ritenuta essa stessa simbolo di libertà. Quando Winckelmann consacrò il neoclassicismo come la codifica delle categorie del sublime che arrivavano dall’arte classica greca (la naturalezza, l’eleganza, l’interiorità, l’equilibrio (cfr 6 lezioni di Salvatore Settis Arte Classica tra passato e futuro – Terza Lezione “Arte Classica, libertà, rivoluzioni – La lezione di Winckelmann) riferirsi alla Grecia significava riferirsi all’espressione più alta dell’arte.
Cosa significa, oggi, per questo popolo essere (o essere stati?) depositari del bello come categoria assoluta dell’etica, oltre che dell’estetica . Esiste davvero, oggi, questa consapevolezza? Per chi, come me, proviene dalla Magna Grecia non è difficile riconoscere i sintomi della degenerazione; non è difficile intercettare il meccanismo del gioco al ribasso….
Il cicaleccio intorno a me intanto incalza e si è fatto assordante, davvero non so come abbia fatto a scrivere questi appunti. C’è vento a salonicco e la giornata non sembra volgere al meglio ma ciò non ostacolerà la tradizionale parata del 25 Marzo. I greci difficilmente rinunciano ai rituali, vero collante per queste disparate culture che condividono la stessa terra.
L’anziana signora è andata via salutandomi con una mano sul petto in segno di gratitudine. La contaminazione turca rimane come la cannella sul mio cappuccino. Intanto la sfilata sta per arrivare in piazza.

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