Entriamo in un ambiente post industriale, con luci blu e verdi e pareti nere. Ogni dettaglio è curato, con un pavimento a più livelli che permette di vedere bene il palco, posto in fondo al locale, da ogni distanza.
Ma non è bastato il nome James Holden, uno dei piu sofisticati producer inglesi, a far parlare dell'inaugurazione del Fabrique abbastanza da riempirlo la prima sera. D’altra parte, parliamo di un giovedì, per di più durante la fashion week. Non si intravvedeva nessun aurea di autenticità: un il live set poco considerato di James Holden, nessuna coreografia o presentazione, niente ringraziamenti o vip, gente stipata fuori dal locale nella zona fumatori.
Tanto di cappello ai grandi ambiziosi progetti che supportano la musica, anche quando raggiungerli significa maledire l’atm e i suoi tram lenti, Milano e i suoi semafori. Infatti il Fabrique si trova nellaperiferia più remota di una città abituata a muoversi con i mezzi pubblici. O condannata a cercare un parcheggio per ore. Varrà la pena raggiungere il nuovo club milanese a 21 fermate di tram da Missori? E pagare dieci euro per un drink? E qui il Magnolia docet. Ma a queste domande potrà rispondere solo la programmazione musicale. Intanto ci sono già in cartellone i primi gruppi che si esibiranno questo inverno (Kaiser Chief, Mastodon,..) e, questa sera, i Club Dogo.