Après moi le déluge? … No le désert. Sul ricambio generazionale nelle Università italiane.

Creato il 05 novembre 2012 da Filelleni

Quando risiedo a casa, se posso, vado spesso in Dipartimento a lavorare in biblioteca … Un vecchio vizio che non mi riesce di perdere. Ho scoperto di poter vivere pressoché ovunque (e l’ho anche fatto), ma stare a lungo lontana da una biblioteca mi risulta pressoché impossibile … Mbéh … Ognuno ha le sue stranezze: c’è chi ha bisogno di vivere in una città di mare; chi di un clima mite e temperato; chi di vedere tutti i giorni il sole; chi di una grande metropoli; chi ancora di una città d’arte … Io ho la necessità di una o  più biblioteche di archeologia  a portata di mano.

Agli inizi degli anni’80, quando mi iscrissi all’Università, ero nell’allora folto gruppo dei piccoli … Gli ultimi arrivati, quelli che portano freschezza ed anche un po’ di frastuono tra le ordinate e seriose file di libri. Ad insegnare c’era una serie di Professori, grandi già allora, almeno ai miei occhi di studentessa appena arrivata. I miei Maestri.

Siamo agli inizi del novembre del 2012. Sono passati esattamente 30 anni da quando cominciai a seguire i corsi … Continuo a venire a studiare in Dipartimento e, come in una vecchio film in bianco e nero, continuo ad incontrare tutti i miei Professori di allora (quelli che sono rimasti a vivere qui). Un po’ invecchiati,un po’ imbiancati, quasi tutti ormai in pensione, ma ancora attivi e appassionati … No!…  Avete capito male, non è alla rottamazione che sto pensando, la rottamazione non mi trova affatto d’accordo. Se un Professore in pensione vuole continuare a fare ricerca, ci mancherebbe altro, è giusto ed anzi è molto bello che continui a frequentare la biblioteca di quella stessa Università nella quale e per la quale ha operato per tanti anni. Al di là dei legami affettivi, le esperienze e le conoscenze dei più grandi costituiscono una risorsa preziosa ed un esempio per noi tutti.

No, il punto dolente è un altro. Trenta anni fa ero parte del gruppo dei più piccoli studenti; oggi, come incardinata (seppure in un’altra Università), continuo ad essere la più piccola degli incardinati che frequentano questa biblioteca … E’ questo che fa impressione. Da donna di mezza età mi aspetterei di incontrare, accanto ai miei, ormai anziani, docenti di tanti anni fa, altri, coetanei o possibilmente più giovani di me, ugualmente strutturati. Après moi le déluge ?… No,  le désert…

Ricambio? Ricambio generazionale? Termine purtroppo non pervenuto in tanti, troppi,  Atenei italiani.

Elle