Aqu-a

Creato il 11 settembre 2010 da Valepi
Già da diverso tempo la Principina ha aggiunto al suo, ormai abbastanza vasto vocabolario, la parola (!) AQU-A.
L’illuminazione è arrivata in una notte di febbre e disturbi intestinali, quando, svegliandosi all’improvviso al grido di AQUUUUUAAAA AQUUUUUAAAA, Princi ci ha fatto capire che a) probabilmente l’influenza la stava disidratando; b) probabilmente aveva iniziato ad associare la parola “aqua” all’acqua, c) probabilmente non avremmo più dormito per il resto della notte (in effetti, una volta sveglia ha continuato la nottata sull’onda di “giochiamo giochiamo giochiamo”).
Da quel momento in poi aqu-a è diventata una delle sue parole preferite e Princi difficilmente si muove se non abbracciata alla sua borraccietta.
Ed è stato emozionante, col tempo, assistere a come nel suo cervellino, giorno dopo giorno, si sono creati i microcollegamenti neuronali che le hanno permesso di capire che aqua è quella che esce dal rubinetto per lavare la “peapea” (originariamente pera, ormai qualsiasi tipo di frutta), aqua è quella che esce dal rubinetto della vasca per farle il bagnetto (e che le suggerisce di prendere la via della porta quando esce dalla doccietta) e aqua è quella che esce dal rubinetto del bidet che la diverte tanto (dannati miscelatori, ma non si stava meglio con i buoni vecchi e durissimi rubinetti a manopola?).
Una sera le si è accesa all’improvviso la lampadina e ci ha piantato una filippica di mezz’ora (interrotta solo da bagnetto e nanna) rivolta a spiegare a noi genitori ignoranti che il mondo è pieno di aqua: è aqua quella del laghetto disegnato sul tappeto musicale, da cui esce “pino pesce birichino”, è aqua quella grande che c’è vicino alla sabbia, è aqua quella nella boccia del pesce rosso, quella che si beve e quella che esce dai rubinetti. Il tutto raccontato con tono tra il didattico ed il meravigliato (ma come, non ve ne siete accorti?) rinforzato da gesti di ogni genere e significato e spiegazioni tipo: aqua psce làlà quiqui lìlì lirolerolirolà esci aqua pugna dccia fsssshhhh… ecc ecc… ovviamente in ordine sparso.
La parola, evidentemente, le piace talmente tanto che si rifiuta decisamente di dare il nome corretto a qualsiasi cosa possa essere inquadrata come H2O: e così è sempre tenero sentirla sussurrare dolcemente “aaaaaaaaquaaaaa” quando dopo l’ultima curva finalmente scorge il mare con tutti suoi riflessi, o sentirla ridere dicendo aquaaaa quando i “pabis” ciucciano la pappa dalla loro scodella (eppure provo ogni volta a dirle che quella è la tabipappa!).
Qualche giorno fa la Princi ha scoperto la pioggia, pardon! l’aqua!
Ha passato due giornate intere a guardare fuori dalle finestre e dal finestrino della macchina meravigliandosi di come l’aqua potesse cadere anche dal cielo e, quando ha smesso, ha continuato a chiederci aqua dal cielo come se potessimo, noi genitori, aprire e chiudere i rubinetti delle nuvole.
Nel giardino dei nonni ha capito che quando l’aqua arriva dal cielo non è il caso di andarci sotto, sennò ci si bagna, però, ferma sotto la tettoia ha fatto di tutto per mandare sotto l’aqua il canetripode, per vedere di nascosto l’effetto che fa: “iia iia, aai aai”.
È buffa, continua a guardare il cielo e le nuvole aspettando che l’aqua riprenda a scorrere, rifiutandosi tassativamente anche solo di provare a pronunciare la parola pioggia.
Intanto, nella speranza che tra primavera ed estate il diovasino ci liberi dai panni e ci apra le porte della scuola materna a settembre, noi attendiamo di osservarla stupita quando si renderà conto che anche lei produce a modo suo aqu-a.

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