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Aqua a caciar el color palido de viso a fare colorito – Caterina Sforza e Cinzia Demi

Creato il 23 aprile 2010 da Viadellebelledonne

Aqua a caciar el color palido de viso a fare colorito – Caterina Sforza e Cinzia Demi

Cinzia Demi
Caterina Sforza - Una forza della natura fra mito e poesia (Fara Editore, 2010)
Aqua a caciar el color palido de viso a fare colorito – Caterina Sforza e Cinzia Demi

Ritratto di Caterina Riaro Sforza di Lorenzo di Credi, Pinacoteca di Forlì, Italia.

Aqua a caciar el color palido de viso a fare colorito:

piglia radice di mira el sole (girasole) et radila et metila in bono vino che farà bonissimo colore et bello.

A fare le mano bianche:

piglia foglie et radice de ortiga et fa buire in a uaet cummi quel aqua lavate le mano et divemteranno bianche et morbide.

Aqua celeste che fa regiovanire la persona, et de morto fa vivo:

piglia garofani, noce moscata, zenzero, pepe lungo, pepe rotondo, grani di ginepro, scorza di cetrangoli, foglie di salvia, di basilico, di rosmarino, di maggiorana fine et di menta, fior di samnbuco, rose bianche et rosse (e altri 20 ingredienti, compresi fichi secchi uva passa e miele) Che ogni cosa sia ben polverizzata o pezzi metti in aqua vite. Metti in una bottiglia ben chiusa et lasciala doi giorni poi metti nel fornello coti alambicco et distilla cinque Volte, con fuoco lento, uscirà un’aqua rarissinma e preziosa.

A fare le mammelle piccole et dure alle donne:

piglia zusvese, una scudella de succo, et dello aceto bianco più forte come puoi et comnponi lo succo con lo aceto, poi bagnia pezze di canavaccio in ditta aqua et poni sopra el petto et poni doi tazzette di vetiio sopra pezze che vadano sopra tecte, lega con una fascia longa, più stretto che poi, et cusì farai piccole dure et el petto bello, mentre fai questo la domina sia casta.

A far venir capelli de color castagnaccio se prima fossero bianchi:

piglio mela cruda et fanne aqua con alambicco de vetro a fuoco lento et bagna 4 o5 volte la settimana et veniranno eccellenti.

Aqua a far li capelli biondi:

piglia semenza de ortiga et falla bollire in la lissa cime fai con la tua cenere et lava et bellissimi.

Da qui

Così consigliava Caterina sforza nel suo libro “Experimenti della excellentissima signora Caterina da Forlì” che raccoglieva quattrocentosettantuno rimedi curativi e di bellezza del viso e del corpo con indicazioni per la preparazione di pomate, unguenti e miscele.

Si racconta che Caterina Sforza avesse superato ogni altra donna del suo tempo per versatilità e determinazione e fama. Una figura forte, una donna che si occupava di alchimia, ricette e medicina. Chi vuole conoscerla meglio, chi vuole avvicinarsi alla grande Leonessa di Romagna può leggere il libro di Cinzia Demi “Caterina Sforza – Una forza della natura fra mito e poesia” uscito nel febbraio del 2010 per le edizioni Fara Editore di Alessandro Ramberti. Prefato da Marco Rivoli con cenni storici sulla figura di Caterina di Afra Bandoli e Raffaella Zama, presentato dalla stessa autrice, il libro raccoglie sei poemetti ironici e un po’ canzonatori in un quasi fiorentino d’altri tempi dedicati a Caterina Sforza. Il libro contiene anche delle interessanti note storico-biografiche, alcuni testi composti con i ragazzi di II media della scuola secondaria di primo grado “Luigi Varoli” di Cotignola con traduzione dialettale a cura del Prof. Domenico Tampieri, nonché alcuni disegni degli alunni e del responsabile della scuola Arti e Mestieri di Cotignola, Massimiliano Fabbri.
E poiché di bellezza si parla e di ricette e d’alchimia si discute mi piace pubblicare dei sei poemetti componenti la raccolta due strofe di “Caterina – Ovvero: In barba all’Inquisizione (L’erbario cristiano)” di più non posso per tre motivi, numero uno lo scanner non funziona, numero due non ho chiesto il permesso all’autrice, numero tre chi è incuriosito dal libro lo compri.

Caterina – Ovvero: In barba all’Inquisizione (L’erbario cristiano)

 
Nel tempo dell’accusa di stregoneria
che molte donne sul rogo ebbero fine,
mi dilettavo anche d’alchimia
sperimentando materiali al fine
di trovar cure a ogni malanno,
rimedi per tener bellezz’uguale,
cercando simular anche l’inganno
di trovà l’oro e la pietra filosofale.

Quel frutto di cultura naturale
io lo trascrissi nel mio ricettario,
come fece l’ildegarda monacale,
e servendomi d’un fitto epistolario
io l’arricchivo di sempre più ricette
tutte provate su una o più persone,
e mai fidando delle cose solo dette,
pè lascià sicuro mezzo a tradizione.

(…)

Dal sito della Fara Editore

«… nella maggior parte dei testi che parlano di Caterina, manca una sincera penetrazione del personaggio, mancano compassione e immedesimazione, focalizzazione sul suo mondo interiore, capacità di intuire cosa si agitasse in lei, come si sentisse in una determinata situazione e cosa realmente provasse, al di là di quello che esprimeva coi fatti e con le parole. In definitiva in gran parte di ciò che avevo letto mancava empatia. (…) Cinzia Demi, scrivendo questi sei poemetti, ha svolto un lavoro molto preciso e accurato prima di tutto sulla forma filologica ed espressiva di quei tempi, probabilmente aderendo in parte allo stile linguistico dei cronisti Leone Cobelli e Andrea Bernardi, contemporanei della nostra eroina. (…) L’opera di Cinzia Demi si apre con la toccante Svegliatevi bambine, forte richiamo alla presa di coscienza indirizzato alle donne di ieri, di oggi e di domani. La Demi prosegue poi cogliendo attimi della vita di Caterina, colti mentre si trovava a confronto con quelli che furono gli uomini più importanti della sua esistenza: i tre mariti, Girolamo Riario, Giacomo Feo, Giovanni de’ Medici e, per concludere, un bel dialogo tra la nostra eroina e Cesare Borgia, l’ultimo rivale e, per pochi giorni, forse anche amante. (…) Scrivendo di Caterina ha compiuto un notevole lavoro di identificazione, destinando grande attenzione allo stile e alla ricostruzione storica. Il tutto naturalmente dimostrando grande empatia per la nostra indimenticata Leonessa di Romagna.» (dalla Prefazione di Marco Viroli)

Cinza Demi, nata a Piombino (LI), lavora e vive a Bologna. Fa parte del Gruppo Poetico “Laboratorio di Parole” (ne cura le relazioni esterne ed è redattrice della rivista bimestrale «Parole»). Organizza scambi culturali e gemellaggi e cura la regia di eventi di poesia e arte varia. Nel 2007 ha pubblicato Incontriamoci all’Inferno, parodia di fatti e personaggi della Commedia (ed. Pendragon). Diffonde la conoscenza del Poema dantesco nelle scuole, in conferenze e drammatizzazioni in varie realtà istituzionali. Ha collaborato con il Centro di Poesia Contemporanea e con varie associazioni e istituzioni sul territorio nazionale. Nel febbraio 2009 ha pubblicato il libro di poesie Il tratto che ci unisce (ed. Prova d’Autore) con prefazione di Davide Rondoni. Collabora con la rivista di Poesia «ClanDestino». Un suo saggio sulla poetica dantesca è inserito nell’annuario «Lógoi» 2008/2009, realizzato dal Liceo Classico “Giovanni Pantaleo” e dal Liceo delle Scienze Umane “Giovanni Gentile” di Castelvetrano (TP). Della poesia dice che “fa parte della sua vita, soprattutto in forma di ascolto”. Ha curato l’uscita per Pendragon del libro di poesie in dialetto romagnolo Voci del buio del poeta Arnaldo Morelli. Suoi testi compaiono in varie riviste e antologie nazionali, come nella recentissima La poesia, il sacro, il sublime a cura di Adele Desideri (Fara, 2010).

 



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