Arafat morto per avvelenamento da polonio

Creato il 07 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Photo credit: sely2k / Flickr / CC BY-SA 2.0

L’ipotesi che vuole Yasser Arafat morto per avvelenamento trova conferma nelle indagini svolte dal team di esperti in Svizzera, che individuano una forte concentrazione di polonio-210. A seguito della scomparsa del leader palestinese, avvenuta a Parigi nell’aprile 2004, non venne effettuata alcuna autopsia, ed i medici francesi si dichiararono incapaci di accertare la causa esatta del decesso. Successivamente, il caso del dissidente russo Alexander Litvinenko, la cui morte è da imputare alla medesima sostanza, ha portato all’attenzione di tutti la sua pericolosità. A novembre del 2012 i resti di Arafat sono stati esumati perché potessero venire esaminati, e nelle indagini immediatamente successive si riscontrarono significative quantità di materiale radioattivo sugli abiti e gli effetti personali del defunto. I risultati delle ultime analisi, consegnate ai palestinesi e diffuse tramite l’emittente al-Jazeera paiono non lasciare spazio a dubbi: nel tessuto osseo esaminato si troverebbero livelli di polonio-210 in concentrazioni fino a 18 volte il normale. La vedova, Suha, che da sempre rifiuta la teoria della morte per cause naturali, parla di “assassinio politico”. Dello stesso parere è Nabil Shaat, membro dell’Olp ed amico di Arafat, che auspica un inchiesta ed asserisce che l’ex rais sia stato ucciso da “chi lo voleva morto”. Intanto il governo israeliano prende le distanze da qualunque accusa, ed il portavoce del ministero degli Esteri Igal Palmo definisce l’intera vicenda una “telenovela”, sostenendo che “la la base scientifica dell’indagine è piena di falle”. Il polonio-210 è un elemento radioattivo altamente tossico, ed è mortale per l’uomo anche in quantità estremamente limitate. Sandro Daghetto, ricercatore del dell’Istituto di Chimica Inorganica e delle Superfici (Icis) del Cnr, spiga come questa sostanza riesca a superare la barriera cellulare e danneggiare i tessuti, irradiandoli. Può inoltre venir facilmente occultato all’interno di cibi, bevande, od oggetti di uso comune come spazzolini da denti.


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