Aram Mattioli-viva Mussolini

Creato il 30 marzo 2012 da Iyezine @iyezine
30 Marzo 2012 A cura di:

Dolorian Gray

Analisi attenta e molto interessante del problema italico della memoria da parte di Aram Mattioli, professore di Storia Contemporanea all'Università di Lucerna., noto per i suoi studi su antisemitismo e fascismo.

In Italia abbiamo un grosso problema con la memoria, ci vogliamo ricordare solo quello che ci garba, non la verità, ma un pensiero soggetivo che diventa collettivo, in un rielaborazione che diventa revisione in senso negativo. Osservando i fatti storici dopo la liberazione dal nazi fascismo, attuata in forme diverse nelle varie parti d'Italia, e la formazione di un governo che rispecchiasse le forze democratiche italiane, nella Costituzione venne messo al bando ogni tentativo di ricostruire il partito fascista.
Il 26 dicembre 1946 viene fondato il Movimento Sociale Italiano, da Almirante e da altri fascisti.. Inoltre molti partigiani che erano entrati nelle forze dell'ordine, vengono allontanati per farci tornare i vecchi questurini fascisti. Come si può ben vedere l'antifascismo sbandierato nella Costituzione Italiana è una grossa ipocrisia. Non si è mai operato un netto taglio tra il regime fascista e la neonata repubblica. Molti partigiani combattenti si sentirono traditi, poiché dopo aver vinto la guerra contro il nazi fascismo, videro molti volti noti tornare ai loro posti, o non essere mai allontanati. Certamente il fascismo divenne in molti ambienti un tabù, ma più come vergogna nazionale, che come adesione convinta alla democrazia. Gli italiani, come illustra molto bene Mattioli nel libro, hanno elaborato il fascismo come un regime tutto sommato innocuo, che abbiava ma non mordeva. Una momentanea deriva autoritaria degl italiani brava gente, che accortosi dell'errore, tornarono rapidamente nelle braccia di mamma democrazia, ma non dimenticando mai zio Benito. Come troviamo in “ Viva Mussolini “, neanche l'architettura fascista fu fatta rimuovere, ma viene addirittura vista in tempi recenti come un'ottima opera del regime, visione che fa parte di una più ampia opera di revisione dellla dittatura mussoliniana. In campo storico Mattioli ci illustra la vicenda di Renzo De Felice, lo storico che ha contribuito maggiormente in Italia a vedere nel fascismo qualcosa di poco malvagio e malgino, piuttosto un esempio di italianità che è stato stroncato dalla Seconda Guerra Mondiale.
L'autore poi cita a ragione le squallide serie tv sul fascismo, che a partire dalle vicende dei singoli, mettono in risalto assolutamente falsate. “ Viva Mussolini “ pone la questione della memoria, mai affrontata in Italia, paese dove la toponomastica è ancora pregna di “ imprese “ coloniali, paese che permette alle Guardie Nere di montare la guardia al mausoleo del Duce nel suo paese natale Predappio, paese che intitola una gironata del calnedario alle foibe, dimenticando i campi di concentramento in Slovenia. Questione fondamentale è anche lo sdoganamento dei neofascisti a fini elettorali, cosa molto importante se si vogliono comprendere molte mosse di Berlusconi, che ha portato al potere Fini, che ripulitosi ha perso moltissimi voti, a testimonianza che più che Futuro e Libertà nell'estrema destra si ha voglia della fiamma tricolore. Indubbiamente l'Italia è un paese fascista, sia per il bisogno di avere una guida che incarni i difetti maggiori del nostro popolo come Mussolini e Berlusconi, sia per il forte ancoramento ad un forte sistema di valori vicini sia al corporativismo che all'autoritarismo. Il fascismo non è mai stato una risposta, ma piuttosto un'offerta di potere per quelle persone che non hanno esitato a massacarare compatrioti insieme ad un esercito invasore. L'italico fascismo è stata una volontà di potenza, connotata di millanteria e pressapochismo, come al solito nella storia dello stivale.
Lo svizzero Mattioli ci butta in faccia l'amara verità, l'inconfessabile fede italiana nel fascismo come stato mentale, sia esso il Duce o la balena bianca Dc, come descrisse magnificamente Pasolini nell'articolo del 1 febbraio 1975 intitolato “ Il vuoto del potere “ (http://www.corriere.it/speciali/pasolini/potere.html ). Davvero un ottimo libro, che pone questioni molto lineari e semplici, ma chiuse a doppia mandata in uno dei tanti armadi nascosti dela storia italiana.
Piccola bibliografia sulla questione della memoria in Italia :
Pier Giuseppe Morgia : “ Il vento del Nord – Storia e cronaca del fascismo dopo la Resistenza “, 1945 – 1950 Kaos edizioni 2004
Hans Woller : “ I conti con il fascismo – L'epurazione in Italia 1943 – 1948 “ Il Mulino 1997
Daniele Nalbone, Giacomo Russo Spena : “ Ripuliti – Postfascisti durante e dopo Berlusconi -
Castelvecchi 2012
Nicola Rao : “ La fiamma e la celtica “ Sperling and Kupfer 2006
Nicola Rao : “ Il sangue e la celtica “ Sperling and Kupfer 2006
Nicola Rao : “ Il piombo e la celtica “ Sperling and Kupfer 2009
Massimo Recchioni : “ Ultimi fuochi di Resistenza – Storia di un combattente della Volante Rossa”
DeriveApprodi 2009

“ VIVA MUSSOLINI – LA GUERRA DELLA MEMORIA DI BERLUSCONI, BOSSI E FINI - “
GARZANTI EDITORI 2011
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