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La zona vinicola
L'area vinicola che coinvolge la denominazione di origine controllata Arborea DOC si trova in provincia di Oristano nella zona orientale che si estende oltre la Piana di Terralba, leggermente spostata a sud. Quest'area totalmente pianeggiante fu ricavata, dal punto di vista agricolo, da una vasta opera di bonifica intrapresa durante il ventennio fascista che vi trasferì qui numerose persone provenienti dal nord-est italiano, allora povero, che non solo contribuirono ai lavori di bonifica, ma anche alla fondazione di conglomerati urbani dive il dialetto locale, almeno tra la popolazione più anziana, è il veneto e non certo il sardo. Fino alla bonifica qui vi erano paludi poco salubri, anche se queste rappresentavano anche un habitat incredibile per numerose specie vegetali e animali. Quindi l'area agricola, del tutto recente, ha subito non solo un influenza linguistica sul territorio, ma anche nella scelta delle uve da coltivare, in maggioranza settentrionali. Lo stesso nome di Arborea richiama al periodo fascista di fondazione di questa zona, prima del tutto spopolata e priva di autosufficienza alimentare. Lavorare qui infatti era molto pericoloso, con possibilità di contrarre la malaria ed altre malattie tipiche degli ambienti paludosi. Dopo la bonifica invece venne addirittura fondata Arborea, nel 1928, anche grazie alla grande disponibilità di acqua di cui l'area gode. L'opera di bonifica vide comunque un processo lungo e travagliato, tanto che i primi finanziamenti furono di epoca giolittiana mentre la conclusione dei lavori viene datata addirittura nel dopoguerra, quando fu messa in opera una vasta campagna di disinfestazione chimica, oggi considerata addirittura cancerogena. Oggi il territorio non presenta alte concentrazioni di questi agenti chimici fortunatamente decaduti nella loro pericolosità. Inoltre risulta fertile e con abbondante acqua ma disciplinata dalla bonifica. La vite è piantata da pochi decenni, con risultati sufficienti, visto che generalmente non è la pianura l'ambiente morfologico più adatto a questa pianta. In effetti la produzione è più incentrata sulle alte rese che sui vini di qualità, con prodotti di pronta beva ed economici. I vini qui infatti non hanno varcato i confini locali. Più sviluppato è l'allevamento, indirizzato alla produzione di latte.
Dal punto di vista geologico la zona vede, oltre alla presenza di materiai vulcanici antichi, soprattutto la presenza di sedimenti marini e lagunari, con molta sabbia, presenza calcareo, marnosa e infine argillosa. In pianura e sulle coste i depositi sono poi di origine alluvionale, con buona presenza di ciottoli.
Il clima è secco e mediterraneo, molto utile alle viti che poco amano la pioggia e l'umidità.
I vitigni bianchi
I vitigni bianchi che vengono utilizzati per la produzione in bianco dei vini dell'Arborea DOC sono il Trebbiano Toscano e quello Romagnolo. A volte vengono tagliati anche con qualche vitigno locale, poco presente in verità in questa zona. Il Trebbiano come sappiano non produce certo vini indimenticabili, confermando quello detto al paragrafo precedente, dove i vini dell'Arborea vengono prodotti più che altro in quantità per il consumo locale, e non già per il commercio nazionale di qualità. Il Trebbiano è infatti probabilmente il vitigno bianco più produttivo al mondo, ma con poca aromaticità, tanto da fornire molto spesso vini scialbi e privi di personalità, ed essere utilizzato per la distillazione dei cognac e dei brandy, o dei Vermouth. In compenso la quantità di uva fornita alla vinificazione è elevata, ma nel caso dell'Arborea, questa non viene assemblata con vitigni di qualità per ottenere un vino che dia profitti ma che sia buono.
L'Arborea DOC bianco
La denominazione di origine controllata Arborea nasce dal decreto ministeriale del 1987 per autorizzare la vinificazione in rosso, rosato e bianco in 51 comuni della provincia di Oristano, dislocati nel settore settentrionale ed orientale del comparto di Arborea, tutti situati in pianura. La base ampelografica per la produzione dei bianchi vede il disciplinare decretare la presenza di almeno l'85% di Trebbiano toscano e Trebbiano Romagnolo, in purezza o in assemblaggio.
Non possono usufruire della denominazione i vigneti sopra i 600 metri di quota, in quelle poche colline che si trovano verso l'entroterra. Il disciplinare decide anche il sistema di allevamento vietando sia il tendone che l'alberello.
La resa massime autorizzate sono molto alte, così come nella classica tradizione del Trebbiano. Questo sono quindi fissate per un massimo di 18 tonnellate per ettaro. Il grado alcolico minimo naturale deve essere di almeno 10,00% vol.
L'Arborea Trebbiano si presenta con un colore paglierino spesso riflesso con il verdognolo, dal profumo lieve e delicato, spesso scialbo. Al palato risulta fresco e leggermente acido, con gusto secco, raramente amabile. Gli abbinamenti sono moltissimi, semplici, con la cucina locale. Bene con i formaggi semi duri o con le minestre vegetali, come quella di fave, o con le carni stufate con il classico maiale. Vinificato amabile viene associato ai dessert mentre ne esiste anche la versione frizzante, per i frutti di mare e per i crostacei, buona anche con il pesce come la versione secca, per l'aragosta e le zuppe.