Ci si perde a passeggio tra il Tevere e la maestosità di Castel Sant’Angelo a ripensare alla cucina di Arcangelo Dandini, alla filosofia del suo ristorante L’Arcangelo, nel cuore della Capitale, in via Giuseppe Gioacchino Belli, al numero 59. Non si sta nei posti a caso, a volte. Ed è proprio il Belli, il poeta in romanesco, a venirci incontro con l’introduzione ai suoi sonetti: «Non casta, non pia talvolta, sebbene devota e superstiziosa, apparirà la materia e la forma: ma il popolo è questo e questo io ricopio». La materia, la forma, la cucina romana e romanesca, popolare, popolana e colta, imperiale, papale, principesca, ebraica, cosmospolita e al tempo stesso con radici profondissime nei castelli, nell’agro, nelle occasioni golose fuori porta. Arcangelo è alla quarta generazione di ristoratori, te lo racconta parlando dell’infanzia a Rocca Priora… Continua a leggere qui