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Archeologia ‘biblica’, nuovi indizi sull’attendibilità dei testi sacri

Creato il 30 agosto 2012 da Uccronline

http://i.livescience.com/images/i/27029/original/shrine-ed.jpg?1336601841Non sono rari, specialmente di recente, i ritrovamenti archeologici che finiscono per confermare, in modo più o meno definitivo, la narrazione Biblica. A questo proposito, è stato recentemente riportato, rispettivamente dal sito di divulgazione scientifica LiveScience.com e dal Corriere della Sera, il ritrovamento di un sigillo del dodicesimo secolo avanti Cristo rappresentante la storia di Sansone e l’annuncio di nuove prove scientifiche che confermerebbero il ritrovamento di alcune ossa appartenenti a San Giovanni Battista (e conseguentemente, la storicità della figura del santo).

L’antico sigillo, in cui sarebbe raffigurato l’eroe descritto nel Libro dei Giudici, rappresenterebbe uno dei più antichi riferimenti alle vicende narrate nell’Antico Testamento. Il ritrovamento, avvenuto nel sito di Beth Shemesh, tra le antiche città di Zorah ed Eshtaol, non permetterebbe certo di provare l’esistenza di Sansone ma nondimeno, «ancora la vicenda in un contesto archeologico», come dichiarato dal prof. Shlomo Bunimovitz, archeologo all’università di Tel Aviv.

Intanto, un team di studiosi dell’università di Oxford, ha recentemente annunciato il risultato dell’ennesimo esame scientifico sui resti ossei trovati nel sottosuolo di un antica chiesa in Bulgaria. Il nuovo test, oltre a confermare l’appartenenza delle ossa alla stessa persona, le farebbe risalire al I secolo dopo Cristo. Epoca in cui, come riportano i Vangeli, sarebbe vissuto San Giovanni. A sfumare altri, eventuali, dubbi ci penserebbe anche un’incisione in greco antico trovata vicino al sarcofago contenente le reliquie, facente riferimento al Battista e al 24 giugno, giorno in cui si ricorda la natività del santo. Tuttavia, anche se le analisi scientifiche non smentiscono quest’eventualità, Hannes Schroeder, studioso dell’Università di Copenaghen, ha tenuto a specificare che «non si tratta di prove conclusive» e che «ancora non possiamo dichiarare che queste ossa appartengano a Giovanni Battista». Nondimeno, sia che si tratti di Sansone o del predicatore che battezzava nel Giordano, non sono certo prove definibili come “schiaccianti”, peraltro innecessarie dove la fede è richiesta, ma indizi di veridicità che illuminano quanti vogliono vedere.

Nicola Z.


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