Una squadra di archeologi bulgari assicura avere trovato, nella parte orientale del paese, i resti di una città di 6.700 anni che qualificano come l'urbe più antica d'Europa. Così afferma oggi a Efe il capo della squadra, il professor Vassil Nikolov, che inquadra cronologicamente la città tra il 4.700 e il 4.200 A.C.
Si tratta delle fortificazioni preistoriche di pietra più vecchie e massicce in Europa, dichiara il professore. La spedizione archeologica ha dissotterrato muraglie di 2/3 metri di spessore e 3 di altezza che Nikolov afferma servivano per evitare attacchi armati alla ricerca delle materie prime più pregiate dell'epoca, fra le quali il sale.
"Il sale aveva allora il valore che ha oggi l'industria moderna del petrolio", racconta il professore che ricorda che il sale era usato come moneta in un periodo in cui l'oro e il rame erano usati solo come simboli di prestigio.
La cittadella, a circa 50 km di Varna (Necrópoli e Museo Archeologico di Varna, nel Mare Nero), aveva sviluppato un commercio in grande scala che includeva il trasporto di sale fino a grandi distanze in regioni meridionali, dove scambiava quel prodotto per altri alimenti e merci.
Secondo l'archeologo, le testimonianze di questa produzione specializzata, e la presenza di possenti muraglie, mostrano che si trattava di una città e che la datazione esatta di alcuni materiali ceramici permetteranno di dimostrare che è la più antica dell'Europa. La presenza di case a due piani, straordinarie per l'epoca, mostra che i circa 350 abitanti calcolati, erano molto ricchi.
Gli investigatori hanno provato che la città si situava su un enorme giacimento di sale con un diametro di fino a 9 km e una profondità di circa 15 km. Il sale si estraeva grazie alle acque sotterranee che sgorgavano alla superficie: erano raccolte in stoviglie e, dopo l’evaporazione, si recuperava il sale. Gli esperti pensano che la città fu abitata per circa 500 anni e che fu abbandonata perché le sorgenti che fornivano il sale alla superficie si prosciugarono.
Nikolov afferma che l'analisi delle tombe ha rivelato l'esistenza di rituali funerari molto particolari. In alcune sepolture si trova solo la metà superiore del corpo, il torso e le braccia, senza le estremità inferiori. In una fossa è stato trovato uno scheletro con un osso inchiodato nel cinto pelvico.
L'esperto ricorda che in questa regione si trovarono già nel 1972 le testimonianze di giacimenti d’oro fra i più antichi e ricchi del mondo: circa 3.000 oggetti e gioielli localizzati in circa 300 tombe, databili a circa 6.400 anni fa.