Archeologia in Sardegna. Il Giardino delle Esperidi a Cagliari?

Creato il 16 ottobre 2014 da Pierluigimontalbano

Archeologia in Sardegna. Il Giardino delle Esperidi a Cagliari?

Atlante il cielo ampio sostiene, a ciò costretto da forte necessità,
ai confini della terra, di fronte alle Esperidi dal canto sonoro,
con la testa facendo forza e con le infaticabili braccia;
tale destino assegnò a lui Zeus accorto.


Per i Greci in particolare l'Oceano era rappresentato da un grande fiume dal quale hanno origine tutte le acque; questo concetto deriva in particolare dalle opere omeriche ed esiodee, anche se in esse prevale la concezione di un Oceano collocato al tramonto del sole, quindi identificabile nel Mediterraneo occidentale. Infatti, è impensabile che i Greci intendessero collocare nell'immenso Atlantico il Giardino delle Esperidi visto che lo stesso Erodoto, pur essendo un espertissimo viaggiatore che scrisse circa quattro secoli dopo Omero ed Esiodo, ammetteva candidamente di ignorare la geografia dell'Occidente: "Quanto alle regioni estreme d'Europa, verso occidente non sono in grado di parlarne con certezza".D'altra parte, molte opere greche riferite all'Età del Bronzo, identificano chiaramente l'Oceano col mare "esterno", che non conoscevano, rispetto al mare "interno" nel quale navigavano senza problemi. Dopo molti secoli Aristotele, intorno al 330 a.C., separa il Mediterraneo in due parti, collocando nel mare interno i due golfi nordafricani della Sirte. Timeo di Taormina, intorno al 320 a.C., narra del fiume Rodano che sfocia nell'Atlantico, ma contemporaneamente colloca la Sardegna nel mare Oceano: il suo "Atlantico" corrispondeva evidentemente all'Oceano ed entrambi era collocati nel mare esterno dei Greci. Intorno al 45 a.C Diodoro Siculo cita il mare Oceano riferendolo all'isola di Malta occupata dei Fenici, i quali estendevano la loro sfera d'influenza sino "all'Oceano occidentale"; lo stesso storico, descrivendo la costa africana del Mediterraneo, afferma che il lago Tritonide si "affaccia sull'Oceano". Infine, e siamo nel secondo secolo, san Giustino riprende il racconto sulla fondazione di Marsiglia da parte dei Focei e afferma che essi, nell'occasione, arrivarono nel golfo Gallico, collocato "ai limiti dell'Oceano".

La collocazione isolana di Erizia e del Giardino proposta da Stesicoro rimane invariata per alcuni secoli e sino ad Erodoto. Lo storico di Alicarnasso, descrivendo la residenza dei Macli dell'Africa settentrionale, colloca le Esperidi nelle zone interne della Libia e nei pressi del lago Tritonide, interessato dalla foce del fiume Tritone e da un'isoletta interna chiamata Fla. Anche Apollonio Rodio, nel III secolo a.C. e per ragioni di continuità geografica del viaggio degli Argonauti che qui sarebbe troppo lungo raccontare, colloca in Libia il Giardino delle Esperidi, facendolo visitare da Giasone e del suo equipaggio. La collocazione africana della sede delle Esperidi rimane però un caso isolato nella storia: Apollodoro, il "sintetizzatore " per eccellenza, dopo circa un secolo da Apollonio Rodio la smentisce categoricamente riconducendola nelle vicinanze di Atlante, quindi oltre l'Oceano occidentale e al tramonto del sole dei Greci. Infatti, mentre narra dell'undicesima fatica di Eracle afferma: "Questo [il Giardino delle Esperidi] si trovava non, come alcuni hanno detto, in Libia, bensì sul monte di Atlante".


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