Archeologia: Licia e Caria, due regioni anatoliche d'importanza vitale per capire la storia antica.
La Licia è un'antica regione dell’Asia Minore sud-occidentale, affacciata sul mare. Secondo la tradizione greca, i più antichi abitanti sarebbero stati i Solimi nell’interno e i Termili, detti poi Lici, nella costa. Forse sono i Lu-uk-ki delle lettere di Tell el Amārna, nonché dei testi ittiti e geroglifici. Sicura documentazione storica si ha da quando la Licia fu conquistata da Arpago, generale di Ciro, e aggregata alla prima satrapia dell’Impero persiano nel 546 a.C. pur conservando una certa autonomia.
In seguito fu governata da dinasti indigeni, noti da monete del V e IV a.C., come Kybernis e Perikles. La regione fu poi sottomessa da Alessandro Magno, ellenizzandosi, e fu dapprima satrapia sotto il governo di Nearco (334-331), poi, riunita alla Grande Frigia, nel 323 fu assegnata ad Antigono Monoftalmo. Per tutto il III a.C. la Licia fu contesa da Siria ed Egitto. Dichiarata indipendente dai Romani (168 a.C.), fiorì come confederazione di città, sul modello delle confederazioni greche. Comprendeva 23 città che inviavano rappresentanti a un sinedrio federale. A capo stava un liciarca, il centro federale era il Letoon di Xanto, le città più importanti erano le 6 metropoli di Xanto, Tlos, Patara, Pinara, Mira e Olimpo. Sotto Claudio (43 d.C.) fu ordinata a provincia romana insieme alla Panfilia, poi divenne provincia imperiale con Vespasiano e senatoria sotto Adriano (135 d.C.).
Della più antica civiltà licia sono rimasti monumenti di architettura e scultura: tombe rupestri con prospetto d’influenza ittita, le più antiche del VI a.C.
La società era matriarcale, infatti è considerato legittimo il figlio di una cittadina e di uno schiavo.
L’antica lingua, il licio, è documentata da alcune iscrizioni in parte bilingui. Appartiene alla famiglia delle lingue microasiatiche con la presenza di elementi indoeuropei. In lingua licia restano circa 150 iscrizioni fra le quali la più ampia è la stele di Xanto, il cui testo si riferisce ad avvenimenti storici databili tra il 430 e il 412 a.C.
La Caria è una vasta regione costiera della Turchia di sud-ovest, limitata a Nord dal fiume Meandro, che la separa dalla Lidia e a Sud dal fiume Dalaman, che la divide dalla Licia. Ha coste molto articolate, mentre l’interno, di difficile accesso, presenta un massiccio arido e carsico, ricoperto da steppe e da macchia mediterranea. Il centro principale è Aydyn.
Gli antichi Cari invasero buona parte dell’Asia Minore e delle isole prospicienti, e furono poi cacciati dagli Ioni. Dopo le dominazioni lidia e persiana del VII. a.C., all’inizio del V appoggiarono i Greci contro i Persiani. Dal 400 a.C. circa sino alla conquista di Alessandro, fu governata da una dinastia indigena indipendente dal governo centrale persiano. Dopo Alessandro, i Cari furono sotto i Seleucidi e i Tolomei. Dal 129 a.C. fecero parte della provincia romana d’Asia.
La lingua degli antichi Cari rientra nella serie delle lingue microasiatiche. È nota attraverso alcune iscrizioni, di cui una ventina trovate nella Caria, altre in Egitto, dove molti Cari militarono come mercenari attorno al 600 a.C.