S'ENA E THOMES: ESEDRA
Alla Tomba dei Giganti di S’Ena e Thomes di Dorgali, partendo da Cagliari, si arriva svoltando al Km 123 della ss131 verso Nuoro - Siniscola (131 DCN), oltrepassato il bivio per Nuoro, si prende il successivo per Dorgali, l’ingesso all’area archeologica si trova dopo circa 4,1 Km segnalato da un cartello. Una volta giunti al cancello d’ingresso si lascia l’auto e si prosegue a piedi per circa 400 m.
La prima impressione che si avverte osservando questa tomba è quella di una grande arcaicità e monumentalità, essa è infatti della tipologia dolmenica, il corridoio della camera funeraria è formato da una serie di ortostati affiancati l’uno all’altro coperti da grandi lastroni a piatta banda, praticamente una serie continua di Dolmen.
CORRIDOIO FUNERARIO "DOLMENICO"
La grande esedra, con una corda superiore ai 10 metri, è costituita dalla monumentale stele e da una serie di lastre infisse verticalmente nel terreno (ortostati), che possono essere paragonati a dei Menhir. Stando a questa constatazione si può ipotizzare che le Tombe dei Giganti ortostatiche possano essere considerate l’evoluzione della tecnica megalitica dei Dolmen e dei Menhir. Per le caratteristiche succitate, il sepolcro di Dorgali viene datato alla prima fase dell’età nuragica, il Bronzo Antico (circa 1800-1600 a.C.).La camera funeraria è lunga circa 11 metri, al suo interno sono stati trovati decine di inumazioni. I corpi rinvenuti non presentano nei loro scarni corredi nessuna caratteristica che possa far pensare a disparità sociali; questo ritrovamento apre due possibilità interpretative, da una parte si può ipotizzare che la società nuragica fosse paritaria o che considerasse la morte la grande livellatrice, dall’altra è possibile che la sepoltura dentro questi grandi monumenti fosse in un certo senso elitaria, cioè riservata a personaggi eminenti e che la relativa povertà dei loro corredi fosse una scelta ideologica o religiosa.
CORRIDOIO: PARTICOLARE DEGLI ORTOSTATI
Al centro dell’esedra trova posto la stele centinata costituita da un unico monolite diviso in due parti, in quella posta a contatto con il piano di campagna si apre un piccolissimo portello che, vista l’inaccessibilità da parte dei vivi, si potrebbe associare al motivo della falsa porta (porta dell’aldilà) presente anche in altri monumenti funebri come quelli egizi.
STELE CENTINATA CON PORTELLO D'INGRESSO
PORTELLO D'INGRESSO ALLA TOMBA
Per quanto riguarda la tecnica di inumazione esistono due interpretazioni contrastanti, alcuni studiosi ritengono che gli scheletri, una volta scarnificati dagli agenti atmosferici e sistemati su un attrezzo simile ad una pala con le ossa ammucchiate sormontate dal cranio, venissero inseriti nella tomba con la cosiddetta tecnica del forno a pizza, altri studiosi ritengono invece che la sepoltura avvenisse rimuovendo una delle lastre che ricoprono la camera funeraria e che il defunto vi fosse riposto nella sua interezza facendolo calare dall’alto.
CORRIDOIO: PARTICOLARE DELLE LASTRE DI COPERTURA
L’esedra viene considerata dagli studiosi che si avvalgono delle fonti antiche, uno spazio sacro in cui si svolgevano sia i riti funerari che quelli dell’incubazione. Questa ipotesi potrebbe trovare riscontro nell’interpretazione che lo storico delle religioni M. Eliade dà dello spazio sacro, egli infatti ritiene che questo spazio debba essere delimitato da un recinto (l’esedra corrisponderebbe a questa funzione) e che oltrepassando il suo confine l’uomo esca dallo spazio e dal tempo profano per entrare in quelli sacri.A prescindere dalle diverse interpretazioni, questo monumento rappresenta la testimonianza della grande capacità edificatoria dei nostri antenati e del loro alto livello di civiltà e spiritualità.
Fabrizio e Giovanna