Una montagna sacra nel cuore dell'Etruria, dove 3000 anni fa si offrivano voti agli dei pagani e si bruciavano oggetti sacri in loro onore. Hanno portato alla luce questo gli archeologi della Sapienza di Roma e della soprintendenza dell'Etruria meridionale sul monte Cimino, in provincia di Viterbo.
La scoperta, una delle più importanti della protostoria del Lazio, con reperti risalenti al 1000 a.C, è stata illustrata sul luogo del ritrovamento in località La faggeta, a Soriano nel Cimino.
Sulla sommità del monte, a 1100 metri di altezza, tra i faggi, negli ultimi anni l'equipe degli archeologi sotto la guida del professor Cardarelli, ha condotto gli scavi portando alla luce una serie di stratificazioni di materiali derivanti da roghi cultuali. Una chiara evidenza votiva, secondo il docente della Sapienza, perché, spiega, «le attività religiose del 1000 a.C. passavano proprio attraverso il fuoco. Venivano bruciate offerte per gli dei: oggetti sacri, cibo o animali».
Gli scavi hanno portato alla luce anche una recinzione muraria che circonda tutto il monte Cimino, anch'essa risalente all'età del bronzo. «Sono tante le domande che questi scavi ci hanno suscitato - spiega Laura D'Erme della Sovrintendenza ai Beni archeologici dell'Etruria meridionale -: quali rapporti intercorrevano tra gli abitanti del monte Cimino e la vicinissima comunità di Soriano? La montagna era abitata dalla classe dominante? Era questo il punto di riferimento religioso dell'Etruria?».
Entusiasta della scoperta il sindaco di Soriano nel Cimino, Fabio Menicacci, che commenta: «Abbiamo un territorio ricco di reperti archeologici, dalla preistoria all'archeologia industriale. Questa è la terza campagna di scavi che continueremo a sostenere con risorse sempre maggiori. Ci stiamo attivando affinché i reperti restino a Soriano. Il mio sogno è realizzare su questa montagna un sito archeologico aperto, che si possa visitare e diventi un volano per il turismo della zona».