Archeologia. Scoperto un grosso villaggio di 3500 anni fa nello stato di Morelos, in Messico.

Creato il 13 ottobre 2015 da Pierluigimontalbano
Archeologia. Scoperto un grosso villaggio di 3500 anni fa nello stato di Morelos, in Messico.




Ceramiche precolombiane, scheletri umani e resti di dimore e aree cerimoniali sono parte di quanto gli archeologi hanno riportato alla luce in dieci lunghi anni di esplorazioni e di ricerche a Tepoztlan, nello stato del Morelos. Questi ritrovamenti testimoniano un insediamento più antico rispetto a quelli scoperti fino ad ora, che si può far risalire al 1.500 a.C. Questa data è antecedente a quello che si pensava fosse l’insediamento più antico, ossia quello di un distaccamento dei Xochimilca, datato tra il 1.500 e il 1.200 a.C.
A dare la notizia è stata l’archeologa Giselle Canto dell’INAH (National Institute of Anthropology and History) che ha diretto diversi scavi in una ventina di terreni della zona di superficie variabile tra gli 800 e i 70.000 mq. I queste aree di scavo i ricercatori dell’INAH hanno ritrovato oggetti molto antichi, alcuni dei quali testimoniano un’occupazione dell’area che si può collocare tra il 1.500 e il 1.000 a.C.
A causa dello sviluppo urbano di Tepoztlan, uno dei modi per proteggere i resti precolombiani è la creazione di riserve archeologiche, sorte che è potuta toccare a cinque degli appezzamenti di terra esaminati. Tra tutto quello che è stato ritrovato, gli specialisti dell’INAH hanno dichiarato che i resti più antichi sono quelli in ceramica.
“Le caratteristiche piuttosto omogenee dei resti ritrovati non ci permettono di collocarli all’interno di un preciso gruppo culturale. I resti corrispondono a uno stile ceramico chiamato Tlatilco e ritrovato in tutto il bacino del Messico, nello stato di Morelos e di Puebla. Non possiamo ancora determinare se questi resti appartengono a una precisa popolazione, abbiamo bisogno di informazioni più precise per stabilirlo”.
L’archeologo Jaime Resendiz, anch’egli facente parte del gruppo di ricerca, ha dichiarato sono state riportate alla luce anche contenitori, offerte e sculture del periodo “early pre classic”; tra tutti questi resti spicca in modo particolare una statua cava, raffigurante una figura femminile.
Nel corso di una recente partecipazione alle conferenze che sono state tenute in occasione del decimo anniversario del Tepoztlan Center of Historical Documentation, entrambi gli archeologi hanno fatto riferimento al ritrovamento di uno specchio di pirite associato a uno degli scheletri che, in base agli studi svolti, potrebbe essere di una persona anziana di sesso indeterminato.
“Lo specchio era un oggetto transazionale che aiutava i deceduti ad entrare nell’altro mondo utilizzando il loro riflesso sulla superficie dello specchio; quello che è stato ritrovato è un piccolo frammento in pessime condizioni, che risale alla stessa epoca. ”Insieme allo specchio sono stati ritrovati anche contenitori, ad esempio brocche, che venivano utilizzate nei rituali di nascita e di morte e durante il rito del passaggio all’età adulta. Questi contenitori avevano un buco sul fondo per evitare che fossero utilizzati nella quotidianità ma fossero invece riservati ai cerimoniali.
Nei resti delle dimore sono stati ritrovati anche diverse repliche in sasso e in terracotta di edifici cerimoniali. Oltre a questi è stato anche ritrovato, tra gli oggetti di maggior valore, anche una pietra incisa con la rappresentazione del simbolo del calendario del coniglio, che risale al 1438 a.C., ritrovato ai piedi del monte El Tepozteco.
Per quel che riguarda i ritrovamenti architettonici, l’archeologo Resendiz riporta che sono stati riportati alla luce i resti di quattro siti cerimoniali che risalgono al periodo “late pre classic” (500-100aA.C.), un’epoca in cui Tepoztlan aveva raggiunto i 15.000 abitanti. “Questo era un protettorato importantissimo, ma nonostante i ritrovamenti non siamo stati in grado di determinare i gruppi etnici o i popoli che hanno abitato Tepoztlan durante le sue diverse occupazioni prima dell’arrivo dei Xochimilca.”
Dissentendo dai risultati di queste ricerche, l’archeologa Gidelle Canto ritiene necessaria una riformulazione della cronologia del sito archeologico, visto che le scoperte suggeriscono uno scenario ben più complesso.
Infine, gli archeologi hanno affermato che: “c’è ancora parecchia strada da fare, ma quelli che sono venuti alla luce possono essere considerati i primi ritrovamenti archeologici di una società che ha raggiunto la considerevole cifra di 15.000 abitanti, dotati di un’organizzazione strutturata ed eccellente e di uno stile architettonico in continua evoluzione”, conclude la Canto.

Nell’immagine di apertura la pietra che riporta incisioni rupestri del simbolo del coniglio, utilizzato nei calendari, risalente al 1438 a.C., che è stata ritrovata ai piedi del monte El Tepozteco. Ph. Giselle Canto/INAH.

Fonte: Archeorivista