Gli abitanti di Sardi, antica capitale del regno di Lidia oggi in Turchia, spesero decenni a ricostruire la città dopo un devastante terremoto nel 17 d.C. Per allontanare i demoni e i futuri disastri, alcuni abitanti potrebbero aver utilizzato dei gusci d’uovo sotto i loro nuovi pavimenti come rituali per allontanare forze maligne.
Qualche mese fa, gli archeologi scavavano un edificio di Sardi quando, sotto il pavimento, hanno portato alla luce due particolari contenitori con dentro piccoli oggetti di bronzo, un guscio d’uovo e due monete, il tutto proprio sopra le rovine di una costruzione precedente distrutta dal terremoto.
Uno dei gusci d’uovo è stato trovato sorprendentemente intatto. “È fantastico. Si riesce quasi a vedere dove incisero il cerchio”, commenta Elizabeth Raubolt, dell’Università del Missouri.
Raubolt ha lavorato negli scavi di Sardi in qualità di specialista di ceramiche romane. Alla presentazione dei risultati dell’ultima campagna archeologica, ha notato che diversi rituali nel mondo antico coinvolgevano uova.
Lo storico romano Plinio scrisse di come le persone rompevano o bucavano i gusci d’uovo per allontanare i malefici. In Iraq e in Iran sono stati rinvenuti gusci all’interno di “trappole per demoni” per attirare e disarmare le forze malevoli. A volte, delle uova intere venivano sepolte alla porta di qualcuno per lanciargli una maledizione.
A Sardi, già negli anni ’60 erano stati rinvenuti dei depositi rituali simili. Sotto il pavimento di alcuni edifici furono posti 30 vasi risalenti al regno di Lidia, cioè verso la metà del I Millennio a.C., contenenti pugnali di ferro e scheletri di cani con segni di macellazione.
Raubolt pensa che i gusci di Sardi servissero per proteggere gli abitanti di questo edificio dalle forze maligne, dai terremoti e dalle maledizioni lanciate sotto forma di malocchio.
Il numismatico Jane Evans, dell’Università Temple di Filadelfia, ha datato le due monete al regno di Nerone, cioè tra il 54 e il 68 d.C., dimostrando che quelle offerte risalgono a qualche decennio dopo il terremoto.