Are you dreaming of a white Christmas? Sicuri sicuri?

Da Gynepraio @valeria_fiore

Ora, non fraintendetemi: ogni anno canticchio "I'm dreaming of a white Christmas" con aria ispirata, e amo questo pezzo come amo praticamente tutte le canzoni di Natale, inclusi i canti degli zampognari, le sigle di Radio DeeJay e financo le versioni pop-cheesy di Ariana Grande, Demi Lovato e Justin Bieber. A quanto pare, la sua prima versione cantata Bing Crosby è la canzone di Natale più venduta della storia. Insomma, non sono nessuno per contraddire gli oltre 50 milioni di occidentali che hanno comprato una copia di questo singolo dagli anni '40 a oggi.

Ma avrei qualcosa da dire. Tralascerò la parte complottista in cui affermo che in tutta questa insistenza sul bianco-bianco-bianco c'è un chiaro richiamo alla cultura sudista, al mito WASP, al partito repubblicano e al KKK, per concentrarmi sul vero problema: questa è una canzone poco ecumenica. Tanto per cominciare, i Natali bianchi se li ricordano solo quelli che sono nati nel Midwest, nel New England o in Canada. Per dire, un californiano un white Christmas l'ha visto solo in cartolina. Un australiano men che mai, lì è estate. Persino io, che vivo ai piedi delle Alpi, nella mia vita ricordo forse due natali bianchi. Gli altri, al massimo un gran freddo, pioggia e nebbia, ma di neve manco l'ombra. Immagino quindi che voi nati da Firenze in giù non abbiate mai avuto il piacere, tolti forse gli abruzzesi dell'entroterra, ma comunque parliamo di esigue minoranze o casi sporadici.

Poi ecco, forse ci sono persone che preferirebbero un Natale speciale sì, ma non bianco.

Ad esempio tu, collega che ti sei inacidita a furia di non frequentare nessun maschio: credimi, ti farebbe tanto di quel bene avere dei partner occasionali -sì, più d'uno, ne hai bisogno- con cui sfogare le tue frustrazioni onde evitare di riversarle su di me. A te non serve un Natale white, molto meglio che sia wild.

O tu, amico criptogay che vorresti tanto presentare alla tua famiglia il tuo fidanzato, ma continui a nasconderlo per paura che mamma&papà ti giudichino: se non sono totalmente rincoglioniti, se ne sono già accorti e se glielo dici si mettono l'anima in pace. Ecco la tua strofa, pazzah che non sei altro.

E tu, invece, amica che da anni stai vivendo una situazione lavorativa precaria, e vorresti soltanto uno stipendio, un po' di serenità e stabilità, e il diritto di fare piani per il tuo futuro, tu invece canta così.

E tu, invece, amica con un cuore grande come una portaerei che ancora si fa maltrattare da un minus habens incapace d'intendere, volere e amare, questa è la tua strofa: magari funziona e vivaddio ce lo togliamo di torno.

E tu, amica bellissima che deve mettersi d'impegno e lasciar andare i chili di troppo, i dolori di troppo, i ricordi di troppo, le persone di troppo, le paure di troppo, e tenerti invece caro tutto il resto che è proprio dove e come deve essere, acchiappati questa.

Spero si sia capito che ci sono altre priorità, oltre al Natale bianco. Ma adesso fermatemi, altrimenti vado avanti fino a Santo Stefano a comporre strofe per tutto l'universo mondo, e far ribaltare il povero Bing nella tomba, come se non fosse bastato il colpo basso di Irene Grandi.

Anzi no, ne compongo una per me, che poi mi dimentico.

Buon Natale a tutti, anche non bianco che va bene uguale.