Le quotazioni dell'oro sono precipitate fino a toccare circa i 1.200 dollari/oncia a fine giugno e nelle ultime settimane è ridisceso fino a quasi i 1.250 dollari. L'argento ha invece mantenuto, anche nei momenti più difficili, la soglia dei 19 dollari. In altre parole il rapporto tra i due metalli è passato da 66 a 60, a significare che questa volta l'argento non ha sottoperformato la discesa dell'oro.
Nel 2008, il rapporto tra oro e argento era arrivato a 80, per poi arrivare a 50 quando l'argento toccò il picco di 50 dollari nell'aprile 2011.
Indubbiamente la maggior parte degli investitori sta ancora alla larga dall'oro e dall'argento, attirata dalle maggiori performance del mercato azionario.
Ma come qualcuno ha da tempo evidenziato, Wall Street potrebbe presto sgonfiarsi dagli eccessi accumulati negli ultimi mesi e beni rifugio come oro e argento potrebbero ritornare al centro degli interessi degli investitori, situazione già vista durante il 2008 e il 2009. Warren Buffett, John Paulson e George Soros hanno già manifestato la loro preoccupazione per i valori eccessivi raggiunti da molti titoli azionari e hanno dichiarato che il perdurare di questa situazione non fa presagire nulla di buono per il futuro.