Arisa, una voce pro-life

Creato il 23 febbraio 2014 da Giulianoguzzo @GiulianoGuzzo

Mi pare che Controvento, anche se vittoriosa, non sia al livello de La notte, la sua canzone sanremese dell’altr’anno. Preciso di non essere un esperto, ma credo che sulla differenza qualitativa fra i due brani ci sia poco da discutere.  Eppure, pur non essendomi visto neppure un fotogramma della Fazio-sa kermesse canora, sono contento per la vittoria di Rosalba Pippa, al secolo Arisa. E lo sono per molte ragioni, non ultimo il fatto che si tratta di una giovane artista capace di sano anticonformismo non solo sul palco, anche fuori. Ricordo un’intervista di qualche anno fa nella quale la vincitrice della 64esima edizione del Festival della Canzone Italiana, stimolata su argomenti spinosi, non mancò di manifestare idee controcorrente.

Ad intervistarla, quella volta, fu il bravo Giancarlo Perna e la Nostra, alla domanda – non esattamente leggera –“Abortirebbe mai?”, rispose sicura: «Mai». Per mettere meglio a fuoco la sua posizione in fatto di morale, il giornalista passò subito dopo a sondare il parere dell’artista sulla vicenda, allora più dibattuta di oggi, di Eluana Englaro (1970-2009). Il quesito fu posto in modo a dir poco brusco: “Caso Englaro: vita a tutti i costi o staccare la spina?”. Ora, a parte che la povera Eluana, com’è noto, non era attaccata ad alcuna spina, il senso della domanda era comunque chiaro. Ed Arisa, dopo quel coraggioso ed antiabortista «mai», avrebbe avuto tutta l’occasione di rientrare nei ranghi del politically correct.

Ma non lo fece e, davanti a quel “vita a tutti i costi” – espressione finalizzata a far passare per fondamentalisti coloro che la approvano -, confermò decisa: «Vita a tutti costi. C’è sopra Uno solo che decide della nostra vita» (Il Giornale, 23/03/2009). Non si confonda Arisa per una cattolica scatenata – nella stessa intervista aggiunse di andare a Messa pochissimo: «Quasi mai» -, ma le va dato atto di essere una con idee chiare e decisamente scomode. Idee sulle quali probabilmente non ha cambiato idea, dato il suo dichiarato attaccamento alla coerenza: «Non vorrei tornare a fare l’estetista, ma se serve per la coerenza, torno. Si è più forti se non si scende a compromessi». Qui nessuno vuole fare della vincitrice di Sanremo un’icona pro-life, ma in un modo di cervelli clonati è bello sapere di una voce “controvento”. In tutti i sensi.



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