Non è un caso che, nelle mire di Boko Haram ci sono in primo luogo le scuole! Luoghi pericolosi perché portano le giovani generazioni a formulare un proprio e indipendente pensiero, che li terrebbero ben lontani da quei gruppi di criminali e, allo stesso tempo, li metterebbero nelle condizioni di combattere per i propri diritti e per affrancarsi dalla povertà. Le due cose tengono insieme le esigenze di molti.Ovunque nel mondo terrorismo e ingiustizia sociale viaggiano a braccetto e, bisogna essere onesti, a nascere prima è sempre stata la seconda.Se osserviamo, sgombri da questioni dogmatiche e da falsi pregiudizi, i luoghi da cui provengono (nascono) le organizzazioni criminali-terroristiche più violente nel nostro mondo sono quelli dove vi sono enormi risorse (petrolio e gas, anche di passaggio in primis) che non vengono per nulla distribuite (in rigido ordine alfabetico Afghanistan, Iraq, Libia, Nigeria, Siria) o dove si sviluppano enormi commerci di sostanze illegali (Afghanistan, Colombia, Messico, Somalia). Questi luoghi hanno alcune caratteristiche comuni: assenza dello Stato (o enorme corruzione), ingiustizia sociale e grande sacche di povertà, enorme disponibilità di denaro.Da questi luoghi partono essenzialmente (oggi) i maggiori attacchi al mondo.E' una storia che si ripete, ma che negli ultimi decenni ha assunto proporzioni non più tollerabili, perfino per chi queste cose le ha sempre viste, tollerate e perfino favorite.Continuare oggi a tener separata la questione energetica da quella del terrorismo (come se le multinazionali del petrolio fossero soggetti alieni) non è più tollerabile. Nonostante la situazione di questi paesi (a cui se ne possono aggiungere altri) il petrolio, il gas e le droghe continuano a giungere nelle nostre case, senza problemi (anzi, costano meno!).Ecco perché quindi la notizia delle armi consegnate alla Nigeria (per quanto necessarie) si inserisce nel solito e perdente schema. Pensare di lottare contro questi criminali con armi convenzionali e in modo convenzionale significa esattamente fare il loro gioco e soprattutto perdere. Usare questi mezzi oggi significa gettare benzina su un fuoco già molto vivace. I fuochi possono essere spenti solo togliendo l'ossigeno.Allora, bombardiamo questi paesi di scuole, di diritti, di giustizia, di legalità, di idee e di cultura. Abbiamo il coraggio di interrompere qualche rifornimento di petrolio da paesi i cui pozzi sono controllati da criminali. Risolviamo definitivamente dispute storiche e anacronistiche che accendono gli animi (da quella israelo-palestinese, a quella del Saharawi o a quella curda). Rendiamo legali (statali e controllate, sia chiaro) le droghe, tutte. Togliamo ossigeno, insomma.
Non è un caso che, nelle mire di Boko Haram ci sono in primo luogo le scuole! Luoghi pericolosi perché portano le giovani generazioni a formulare un proprio e indipendente pensiero, che li terrebbero ben lontani da quei gruppi di criminali e, allo stesso tempo, li metterebbero nelle condizioni di combattere per i propri diritti e per affrancarsi dalla povertà. Le due cose tengono insieme le esigenze di molti.Ovunque nel mondo terrorismo e ingiustizia sociale viaggiano a braccetto e, bisogna essere onesti, a nascere prima è sempre stata la seconda.Se osserviamo, sgombri da questioni dogmatiche e da falsi pregiudizi, i luoghi da cui provengono (nascono) le organizzazioni criminali-terroristiche più violente nel nostro mondo sono quelli dove vi sono enormi risorse (petrolio e gas, anche di passaggio in primis) che non vengono per nulla distribuite (in rigido ordine alfabetico Afghanistan, Iraq, Libia, Nigeria, Siria) o dove si sviluppano enormi commerci di sostanze illegali (Afghanistan, Colombia, Messico, Somalia). Questi luoghi hanno alcune caratteristiche comuni: assenza dello Stato (o enorme corruzione), ingiustizia sociale e grande sacche di povertà, enorme disponibilità di denaro.Da questi luoghi partono essenzialmente (oggi) i maggiori attacchi al mondo.E' una storia che si ripete, ma che negli ultimi decenni ha assunto proporzioni non più tollerabili, perfino per chi queste cose le ha sempre viste, tollerate e perfino favorite.Continuare oggi a tener separata la questione energetica da quella del terrorismo (come se le multinazionali del petrolio fossero soggetti alieni) non è più tollerabile. Nonostante la situazione di questi paesi (a cui se ne possono aggiungere altri) il petrolio, il gas e le droghe continuano a giungere nelle nostre case, senza problemi (anzi, costano meno!).Ecco perché quindi la notizia delle armi consegnate alla Nigeria (per quanto necessarie) si inserisce nel solito e perdente schema. Pensare di lottare contro questi criminali con armi convenzionali e in modo convenzionale significa esattamente fare il loro gioco e soprattutto perdere. Usare questi mezzi oggi significa gettare benzina su un fuoco già molto vivace. I fuochi possono essere spenti solo togliendo l'ossigeno.Allora, bombardiamo questi paesi di scuole, di diritti, di giustizia, di legalità, di idee e di cultura. Abbiamo il coraggio di interrompere qualche rifornimento di petrolio da paesi i cui pozzi sono controllati da criminali. Risolviamo definitivamente dispute storiche e anacronistiche che accendono gli animi (da quella israelo-palestinese, a quella del Saharawi o a quella curda). Rendiamo legali (statali e controllate, sia chiaro) le droghe, tutte. Togliamo ossigeno, insomma.