Il tema è controverso ma la normativa italiana (legge Ronkey, L. n. 4/93 e le successive modifiche fino al più recente Codice dei Beni Culturali, D.lgs n. 42/2004), prevede che l'utilizzo delle immagini delle opere d'arte debba essere autorizzato dopo valutazione dell'idoneità della proposta. In soldoni gli accostamenti fra prodotti e opere d'arte devono rispettare l'integrità e la dignità culturale delle opere e le immagini non devono essere manipolate e comunque rispettare i valori e le suggestioni delle opere stesse. Firenze non è nuova a un uso spregiudicato dei capolavori che la costellano e in particolare del David e della Venere di Botticelli.
"A seconda dei casi ha dichiarato Cristina Acidini - quando è interpellata, la Soprintendenza, concede o meno l’autorizzazione, o chiede modifiche. Quando non è interpellata (e succede spesso), se viene a conoscenza di un uso non autorizzato, interviene col soggetto commerciale chiedendo la rimozione di immagini ritenute lesive, o la regolarizzazione a norma di legge se invece gli usi sono ritenuti consoni".
"Le armi a nostra disposizione sono spuntate - ha concluso la soprintendente Acidini - perché non sono previste sanzioni per chi contravviene. Tanto più fuori d’Italia, nel quadro di una complessa normativa internazionale. Con l’auspicio che una modifica della legge preveda l’inserimento di sanzioni almeno in Italia, la nostra risorsa più efficace resta una moral suasion, che non di rado convince il diretto interessato a non insistere con un’iniziativa che, a fronte di un’attrattiva epidermica e effimera, svilisce il capolavoro originale che è patrimonio dell’umanità. È questa la strada che mi parrebbe di dover percorrere anche con l’azienda statunitense".
Paolo Maggi