Cerco sempre di non usare queste semplici pagine di blog per sfoghi o post troppo emotivi. Ma la faccenda di Armstrong mi fa incazzare un sacco.
Prima di tutto perchè fa del male, tanto, al ciclismo. Lo sport a cui lui deve tutto. E che in questi anni è l'unico (magari con qualche diciamo bischerata della FCI) che ha fatto una seria lotta al doping e non si è nascosto dall'affrontare il problema.
Credo che nella sua visione delle cose una bella intervista, anche patinata diciamo, fosse un'occasione per apparire come quello abbattuto e sconvolto ma che vuole chiedere scusa, pensando di cavarsela con le scuse e con una confessione incompleta.
Su La Repubblica Eugenio Capodacqua, uno dei pochi giornalisti italiani a scrivere bene di ciclismo, fa un'analisi semplice ma ben fatta di quello non detto da Armstrong o delle cose false dette dall'americano... Leggetelo.
A questo punto credo che le cose dovrebbero andare così: Armstrong a casa e nessuna amnistia, se vuole collaborare benissimo ma dicendo tutta, tutta, la verità. Nessuno sconto per chi ha fatto e farà così del male allo sport che l'ha reso ciò che è.
E magari spieghi chi lo ha protetto e sostenuto negli anni dei successi, perchè un frequentatore o comunque conoscitore di Ferrari non poteva non attirare le attenzioni dell'antidoping e passare tutto liscio senza appoggi.
Sul ciclismo poi, vi segnalo che attualmente, e da 4-5 anni, è previsto il "passaporto biologico" che consiste in un protocollo che raccoglie controlli antidoping a sorpresa, 365 giorni l'anno e 24 ore su 24, ed i controlli effettuati durante le competizioni. Trovatemi un altro sport che prevede una serie di controlli così.
Io da ciclista, da amante del ciclismo, accetto ogni critica allo sport ma non che non ci sia ora la voglia di lavorare per uno sport pulito. Certo è vero, negli anni 2000 sia la Wada che l'Usada, nel caso americano, esistevano e non hanno messo fine al caso Armstrong ma negli ultimi anni si è fatto molto. Il vero salto di qualità sarà quando anche gli altri sport importanti adotteranno strategie come il passaporto biologico e si riuscirà, ma certo qui si va nella filosofia, ad allontanare molti degli interessi economici che ruotano intorno allo sport, che potrebbero certo creare nuovi casi Armstrong. Io comunque ci spero.
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