Oggi mi sono provata a disegnare una vignetta tratta da un fumetto letto ieri sera, “Arriva Catwoman” per l’appunto, da “Batman il cavaliere oscuro” della Mondadori. Non ho osato ripassarlo con la penna perché ogni volta che lo faccio mi sembra di rovinare il disegno stesso; ho solamente aumentato il contrasto non modificando altro.
Per quanto riguarda il fumetto, devo dire che mi è piaciuto molto. Non soltanto per gli splendidi disegni ma anche per la storia: è scritta sia per un pubblico maschile che per uno femminile. Il primo, ovviamente, è ipnotizzato dalle curve di Catwoman e Batgirl, complice anche un’incursione al “club dell’edonismo di Gotham” che le vede azzuffarsi completamente nude per il possesso di un prezioso quanto indecifrabile taccuino, il secondo non si sente offeso perché oltre alle belle protagoniste ciò che emerge è la complicità, l’altruismo, la solidarietà che lega due figlie di Eva nonostante la voglia di vincere, di sentirsi (e dimostrare alla rivale di essere) la preferita del bel tenebroso di turno, quel Batman che appare solo in un secondo momento giusto per fare una ramanzina alle due fanciulle e venire da queste scavalcato. La Batgirl di questo fumetto è allegra, solare, testarda, atletica e gelosa; subisce l’indubbio fascino e potere della sinuousa quanto più adulta Catwoman e ne è cosciente ma non per questo smette di rivaleggiare con lei. Altra cosa che dimostra come le donne siano al centro di questa storia è il movente che spinge Catwoman ad impadronirsi del taccuino e a combattere con Batgirl per non lasciarselo prendere: casus belli è salvare una vita e gli uomini qui vengono rappresentati come goffi, stupidi, maschilisti e interessati ad una sola cosa. Tutti eccetto il nostro Batman, ovviamente.
La frase cult: Catwoman, parlando con Batman dice: “Instancabile. Ma Robin ha le gambe più belle.”
P.S. Non escludo la pubblicazione di una Poison Ivy su queste pagine a breve: in Batman è il mio secondo personaggio preferito dopo Catwoman.