È in arrivo il sequel di Wolf Creek, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e in uscita nelle sale italiane a partire dal 20 febbraio 2014. Un horror/slasher realizzato in una stagione animata da remake e variazioni sul tema apportate dall’avvento del 3D. Il film, come mostrato dal trailer, vede ancora una volta John Jarratt nei panni di Mick Taylor, serial killer intento a rapire, torturare e uccidere giovani turisti che si inoltrano nel desolato entroterra australiano: una marcia dirotta e sadica sulla falsariga di The hitcher, che c’immerge in un bagno di sangue imbandito di atrocità e piani diabolici. Sullo sfondo della vicenda poggia un piano narrativo volutamente scarno, erede di un minimalismo che ha conferito al genere il suo carattere più realistico e inquietante. Sicuramente uno degli epigoni più riusciti dell’intramontabile Non aprite quella porta (1974), ancorato all’avvincente estetica degli spazi aperti che richiamano gli scenari asfissianti e sperduti del cult di Wes Craven Le colline hanno gli occhi (1977).
Nel cast anche Ryan Corr (Blue Water High), Shannon Ashlyn (The Road Home) e Phillipe Klaus (Mercy), mentre la produzione è affidata alla Duo Art. La storia è quella di un gruppo di viaggiatori, Rutger, Katarina e Paul, intenti a visitare il famigerato cratere di Wolf Creek, sogno che presto si trasforma in una realtà terrificante, non appena il serial killer irrompe braccandoli in un forsennato inseguimento a cui riusciranno a sopravvivere solo sfoderando un istinto omicida pari a quello di Taylor. Un film da annoverare tra le uscite più interessanti della filmografia di genere, una pellicola dai molteplici meriti, primo tra tutti quello di aver portato sul grande schermo una delle pagine più raccapriccianti della cronaca nera australiana. La vicenda si ispira infatti alle agghiaccianti imprese del peggior assassino che il Paese ricordi, Ivan Milat, che tra le vittime sceglieva solo turisti muniti di sacco a pelo. Diversamente dal film, fu catturato dalla polizia e successivamente condannato all’ergastolo.
Mario Di Camillo