Alle 14.41 di questo sabato pomeriggio di fine settembre, mi ritrovo davanti al laptop nella speranza di trovare (in un modo a me sconosciuto) la voglia di iniziare a scrivere la mia tesi. E' che tutto sembra molto più attraente ed interessante di Woman and Politics in Iran, o della miriade di testi che ho da leggere. La mia gatta Luna sulla scrivania, ad esempio: pensate un pò, ha appena deciso di schiacciare un pisolino con parte delle zampe posteriori sui miei appunti. Grazie cara: già che morivo dalla voglia di leggerli, mi hai appena tolto anche quel poco che ne rimaneva.
E allora scaricare la mente diventa necessario - chissà che, da qui a sera, non riesca a studiare, almeno un pò. Proprio per questo ho deciso di tediarvi con un pò di confessioni da mente pericolosa, quale io sono, come ormai ben saprete.
Fino a qualche tempo fa credevo di aver raggiunto la pace dei sensi. Nulla di particolare, soltanto l'estinzione totale della fame, non per sazietà, almeno che io sappia, quanto per sfinimento. Uscivo, incontravo i miei amici, mi divertivo, ma i miei occhi non scorgevano nulla al di là dei rassicuranti volti dei miei compagni di merende, nulla. Nessun bel faccino, nessuno sguardo interessante, solo e soltanto il nulla. Almeno fino a quando..
Compleanno di mia madre, qualche giorno fa. Insieme a mio padre e mio fratello, avevamo deciso di portarla a cena in un ristorantino in pieno centro di Rimini. Quella sera avevo una voglia disperata di sentirmi splendida. L'opera di restauro era iniziata quello stesso pomeriggio, verso le 17.30: peeling al viso, maschera, depilazione, trucco impeccabile. Poi arrivano i tacchi chilometrici e il tubino nero che mi piace tanto. Tralasciando questa piccola ed inutile parte, alle 20.30 ero affamata ma soprattutto pronta per festeggiare il compleanno della mia amata mater: un'occhiata allo specchio e mi sentivo carica di energia!
Arriviamo davanti al ristorante: mentre la mia famiglia entrava, io me ne rimasi fuori a spedire l'ennesimo messaggio e finire la mia sigaretta (il mio addio a queste - ormai - fedeli compagne non ha superato i due mesi). Con uno scatto felino di quelli quasi impossibili su di un tacco dodici, mi fiondo dentro il ristorante, giusto in tempo per raggiungere la schiena di mio fratello, ma ecco che l'infame si sposta, io rischio di sbilanciarmi quando appare lui.. il cameriere.
Biondo, labbra carnose, alto, snello, l'occhietto furbo.
- buona sera - mi fa.
Apriti cielo: le ginocchia tremano, le caviglie sembrano esplodere, il suolo pare farsi sempre più vicino. Ecco che quella che credevo essere una malattia ormai debellata, la fame, si manifesta nuovamente distruggendo ogni mia certezza, rendendomi schiava degli istinti più bassi e alquanto ridicola, imbambolata com'ero davanti ad un bel ragazzo.
Quando decido di dovermi dare un contegno perché, perdincibacco, sono una splendida single ventiquattrenne (quasi) per scelta (mia), sfodero uno dei miei migliori sorrisi e gli rispondo, con fare stranamente civettuolo - ciao! -
Dopo quella sera, la fame ha deciso di tornare a farmi visita, nei momenti meno opportuni, nei luoghi più sbagliati, con effetti a dir poco dirompenti.
La mia primavera ha inizio. Ne vedremo delle belle, temo.