Le indicazioni di Confindustria sulla crescita del Pil italiano “non sono una previsione, ma una estrapolazione teorica (MA CHE SIGNIFICA ESTRAPOLAZIONE TEORICA?, Ndr) condizionata a fattori potenziali come il calo del petrolio, il cambio euro-dollaro e l’intervento della Bce”. Lo precisa il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, rispondendo ad una domanda sul recente documento del Centro Studi che ha indicato un possibile +2,1% riferito al 2015. Squinzi ha spiegato che “non è una previsione”. Quello di Confindustria era infatti un calcolo basato su “fattori che se si confermassero nella stessa direzione – spiega Squinzi – potrebbero darci dei cambiamenti forti anche se la mia personale previsione è molto più prudente”. In generale comunque, secondo il leader degli industriali, “qualcosa sta cambiando nelle condizioni che si stanno verificando all’esterno, fortunatamente abbiamo in questo momento una serie di fattori che sembrano a favore dell’economia e potrebbero smuovere la situazione, anche se nei dati di dicembre e gennaio non abbiamo visto grandi segni di ripresa” (Ansa, 6 febbraio 2015)Pochi giorni fa era stato Ignazio Visco ad assumere un atteggiamento assai più prudente sulle previsioni di crescita:
"In conseguenza delle misure di stimolo che saranno messe in atto dall’Eurotower, la Banca d’Italia ha provveduto ad aumentare le stime economiche per il nostro Paese già pubblicate nel bollettino economico del 16 gennaio scorso:la crescita del Pil è ora «valutabile al di sopra dello 0,5% quest’anno e dell’1,5% il prossimo», rispetto allo 0,4% e 1,2% precedentemente previsto". (Il Sole 24 Ore, 7 febbraio 2015)Se Bankitalia dice che si crescerà di più dello 0,5%, ciò non significa che si crescerà del 2% e neanche dell'1%. Perché altimetri avrebbe detto che si crescerà di qualcosa vicino all'1% o al 2% Insomma, secondo Bankitalia si potrà crescere dello 0,6 o 0,7%. Ma sono dettagli di poco conto, soprattutto alla luce dei molti fattori che stanno emergendo nel quadro internazionale (Grecia, Russia, Ucraina ecc ecc), i cui effetti non sono incorporati nelle previsioni di crescita.
Anche le previsioni della Commissione Europea sono molto distanti da quelle di Confindustria e sono in sintonia con quelle espresse da Bankitalia:
"Per quanto riguarda l’Italia, il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare dello 0,6% nel 2015 (stabile rispetto alla previsione di novembre, e dopo una contrazione dell’economia nel 2012, 2013 e 2014). La crescita dovrebbe accelerare all’1,3% nel 2016 (la stima autunnale era dell’1,1%)". (Il Sole 24 Ore, 4 febbraio 2015)Forse chi grida all'ottimismo non considera affatto che l'Italia ha perso il 10% di Pil in pochissimi anni ed è almeno una ventina di anni che cresce molto poco, con livelli di crescita addirittura drammatici nell'ultimo decennio, se rapportati alle necessità del Paese. E non sarà di certo qualche anno (???) di timida ripresa ad invertire il destino dell'Italia che rimane comunque segnato. Il grafico che segue, che rappresenta la crescita dei paesi del G7 negli ultimi 35 anni, conferma ile evidenze.