Quest'anno diverse aree del Italia,a causa della scarsità di piogge rischiano seriamente di avere problemi con la siccità con conseguenti problemi sull'agricoltura e la pesca,oltre che l'energia idroelettrica.
VENEZIA — Siccità, si va verso lo stato di crisi. La Regione sta lavorando a un’ordinanza che potrebbe essere firmata dal presidente Luca Zaia nelle prossime ore. Il tavolo convocato a Palazzo Balbi dall’assessore regionale Maurizio Conte, con i consorzi di bonifica, le autorità di bacino regionali e interregionali e gli enti gestori degli impianti idroelettrici ha sortito un unico risultato concreto: la richiesta dello stato di crisi. Per il resto a tutti, dall’assessore ai tecnici convocati, l’unica via d’uscita appare la pioggia, che però continua a mancare sulla regione ed è assente dalle previsioni dell’Arpav, almeno per tutta la settimana. Il bollettino dell’Arpav di un mese fa diceva che le precipitazioni erano scese del 59%, mentre la prima quindicina di marzo è stata la terza più calda dal 1990. Inutile dire che con questi numeri si punti allo stato d’emergenza, dopo aver dovuto affrontare, solo un anno e mezzo fa, una catastrofe opposta: «Stiamo lavorando al piano contro il rischio di allagamenti causati da eventi alluvionali — ha spiegato infatti l’assessore Conte—ma dovremo pensare a un piano per affrontare i ricorrenti periodi di siccità, in cui anche le casse di espansione potrebbero tornare utili ».
La situazione più grave, al momento, è in agricoltura. «Se non si riusciranno a irrigare i campi — dice Andrea Crestani, direttore dell’Unione Veneta Bonifiche, che ieri era all’incontro — il Veneto dovrà fare a meno della sua agricoltura di qualità: mele, pere, kiwi, pesche. I prelievi per l’agricoltura sono molto compromessi e non c’è nemmeno nessuno che sta consumando acqua: l’agricoltura non lo sta facendo, eppure abbiamo già i fiumi in allarme. La situazione è drammatica e tutto quello che decideremo nei prossimi giorni con lo stato di crisi è un palliativo se non piove. È assurdo qualsiasi spreco d’acqua oggi sperando che piova nei prossimi giorni». Il decalogo verrà emanato dall’ordinanza, ma sicuramente tra le regole ci sarà quella di chiudere tutte le fontane, sia pubbliche che private; sarà vietato usare acqua potabile per innaffiare i giardini, come pure usarla per lavare le macchine. Nella riunione l’assessore ha anticipato altri provvedimenti: sarà prevista la riduzione dei valori del deflusso minimo vitale (la quantità d’acqua che si può prelevare da un corso d’acqua) per ogni singolo bacino; le società che gestiscono gli invasi idroelettrici dei bacini montani dovranno trattenere integralmente le risorse idriche risparmiate nei serbatoi, per lasciarla disponibile nella stagione estiva.
A questo proposito, l’Enel ha fatto sapere che la scarsità d’acqua in Veneto ha comportato da inizio anno una riduzione della produzione da fonte idroelettrica di circa il 40% rispetto alla media storica del periodo, e alcune centrali sono state fermate. Dato lo stato di emergenza idrica, la produzione di energia idroelettrica in questo periodo è esclusivamente quella necessaria per assicurare gli obblighi irrigui derivanti dalle concessioni degli impianti e per il rispetto della portata ecologica che dal primo marzo nel bacino del Piave è aumentata. Ma a chi andrà l’acqua risparmiata? Se lo chiede il consigliere leghista Matteo Toscani, secondo il quale «dopo un inverno turisticamente disastroso, la montagna non può vedere compromessa anche la stagione estiva. Non sarà semplice trovare una soluzione, perché l’acqua disponibile è scarsissima e non può soddisfare le diverse esigenze: quelle dei consorzi irrigui che ne chiedono di più, quelle della montagna che vorrebbe giustamente i laghi pieni per la stagione estiva e quelle dell’Enel». Insomma, probabilmente la Regione dovrà governare anche la distribuzione della poca acqua che ci sarà. Nell’attesa la Protezione Civile ha decretato lo stato di massima pericolosità per gli incendi boschivi. Cosa comporta? Divieto assoluto di accendere fuochi a meno di cento metri da un bosco, fumare e gettare il mozzicone durante un’escursione, accendere falò o barbecue durante i pic nic.
I problemi con la siccità riguardano anche l'Emilia Romagna.
“La situazione e’ sicuramente preoccupante, direi d’allerta“. Cosi’ l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Tiberio Rabboni ha fatto il punto, con l’ADNKRONOS, sui livelli di siccita’ che stanno interessando tutto il territorio regionale. “Secondo i dati tecnici al 22 marzo, i prelievi di acqua per l’irrigazione risultano gia’ di un valore triplo rispetto alla media degli ultimi 5 anni” ha precisato l’assessore, spiegando che “il terreno e’ molto secco e il record di mancanza di piogge e’ a livelli centenari“. Di fatto si stanno prelevando 16 milioni di metri cubi d’acqua, rispetto ad una media di 5,6 milioni. Non solo. “Le fonti presentano portate piu’ basse rispetto alla media: – ha aggiunto Rabboni – il Po ha una portata media inferiore del 50% rispetto alla media del periodo, i fiumi appeninici di occidente sono in scarsita’ e quelli romagnoli sono gia’ in magra, mentre la diga di Ridracoli e’ a 12 mln di metri cubi rispetto ad una portata di 33 milioni, vale a dire che e’ piena solo per un terzo della sua capacita‘”. Per far fronte all’emergenza, oltre alla cabina di regia insediata in Regione, “per il 5 aprile abbiamo convocato i Consorzi di bonifica e il Cer (Consorzio canale emiliano romagnolo) per attivare il Piano di gestione di emergenza, tramite i piani di conservazione dei singoli consorzi, in modo da gestire nel modo piu’ razionale possibile le risorse idriche che ci sono“.
Stesso problema riguarda la Toscana.
”Gia’ dallo scorso novembre siamo in emergenza in alcune zone collinari e montane non allacciate ad acquedotti, ma che utilizzano pozzi ormai a secco. Nonostante ci si trovi di fronte alla siccita’ piu’ dura degli ultimi 60 anni con Bilancino e Montedoglio alla meta’ della loro capienza e le risorse locali a secco da mesi, al rubinetto arriva l’acqua a tutti, grazie alle infrastrutture ed agli investimenti realizzati negli ultimi dieci anni”. Lo afferma Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua, il piu’ importante gestore del servizio idrico in Toscana. ”Sono sparite le piogge autunnali e invernali, speriamo in quelle primaverili – dichiara D’Angelis – ma ormai bisogna sempre piu’ adattarsi al clima che cambia e mettere in campo investimenti in nuove infrastrutture e invasi e campagne per consumi responsabili. Per questo da qui all’inizio dell’estate la parola d’ordine e’ risparmio, ripeto l’appello ad evitare sprechi e usi irresponsabili dell’acqua potabile, bastano piccole accortezze, usiamola per esigenze strettamente potabili, alimentari e igieniche. Se poi la situazione continua cosi’ faremo nuovamente il punto con la Regione, con la quale insieme con l’Autorita’ di Bacino dell’Arno, stiamo monitorando costantemente la situazione“.
Per segnalare la drammatica situazione idrica basta un dato, quello della situazione dell’invaso di Bilancino, nel Mugello: oggi e’ al livello di 244,83 metri sul livello del mare, equivalenti a poco piu’ di 37 milioni di metri cubi d’acqua, in questo periodo nel 2009 e 2010 Bilancino era al livello 250 equivalente a 60 milioni di m3 invasati e di norma il suo livello dovrebbe essere 69 milioni di m3. In parole semplici significa che Bilancino e’ dimezzato: una situazione che esiste gia’ da novembre e che continua (il dato di Bilancino gia’ dal novembre scorso e’ piu’ basso, e quindi piu’ grave, rispetto alle siccita’ piu’ forti degli ultimi decenni, ovvero il 2003 e 2007). E come Bilancino stanno tutte le risorse locali, dalle falde ai pozzi ai fiumi e ai torrenti, che sono secchi, praticamente azzerati. Il problema e’, sottolineano gli esperti, che ci siamo giocati le piogge autunnali (che non ci sono state), quelle invernali (idem e anche la neve caduta non ha influito perche’ dove ce n’e’ stata molta – Alto Mugello – ha finito per sciogliersi verso il versante emiliano-romagnolo) e per adesso non ci sono previsioni confortanti di piogge primaverili.
Il caldo riguarda anche il Nuovo Mondo.
"Continua il periodo caldo e siccitoso in buona parte degli Stati Uniti. Ormai si è perso il conto dei tanti record giornalieri caduti quasi quotidianamente, specie lungo il Middle West e sulla regione dei Grandi Laghi, dove le anomalie termiche positive che vanno avanti dal lungo periodo invernale sono veramente spaventose. Nelle giornate di lunedi 19 e martedi 20 Marzo, l’intensa ondata di calore che è risalita dall’entroterra desertico messicano, sotto l’incalzare di un robusto blocco anticiclonico posizionato davanti la East Coast, ha bruciato decine di record mensili fra il nord-est degli USA e il sud del Canada, proprio lungo il confine. Notevoli i valori misurati nello stato del Michigan. Quasi tutti gli aeroporti del Michigan meridionale hanno stabilito nuovi record assoluti di caldo per il mese di Marzo, con valori da piena estate. In alcune località il termometro ha lambito la soglia dei +29° +30° all’ombra, un evento più unico che raro nel mese di Marzo. Tra i record mensili stabiliti vanno segnalati i +28° (86 Fahrenheit) toccati nelle città di Lansing, Alpena, Pellston, Flint. Notevoli pure i +28° di Grand Rapids, Saginaw e Lansing, si tratta di valori pienamente estivi.
A Detroit invece si sono raggiunti gli 82 Fahrenheit, circa +27.7°, il valore più alto mai raggiunto in Marzo dalla stazione dell’aeroporto internazionale della città del Michigan. Il caldo si sta facendo sentire nel Michigan settentrionale, li dove in genere si registrano le temperature più basse di tutta la nazione, con picchi che possono scendere abbondantemente sotto i -30° nel periodo invernale. Oggi invece si sta trasformando nell’area più calda d’America, con la colonnina di mercurio che varca il muro dei +30°. Basti pensare alle temperature massime registrate da Pellston che non sono mai scese al di sotto dei +26°, con picchi di oltre i +28°. Temperature veramente insolite per Marzo. Il caldo anomalo che caratterizza questo insolito mese di Marzo non sta risparmiando nemmeno l’area dei Grandi Laghi, dove si sono archiviate massime che hanno oltrepassato i +29° +30°, con scarti di oltre i +10° +12° rispetto a quelle che dovrebbero essere le tradizionali medie per il periodo. A Chicago si sono superati gli 85 Fahrenheit, circa +29.4°."
Questo è un segno del Riscaldamento Globale?
No,un fenomeno naturale che si è ripetuto anche in passato.
"Se il Medioevo ha sofferto di grande canicola e siccità, la colpa è di un raffreddamento oceanico. Almeno questa è la tesi di un gruppo di ricercatori dell' Università di Miami (Usa). L' acqua più fredda sulla superficie dell' Oceano Pacifico sarebbe stata la causa dell' ondata di caldo che ha colpito l' Europa e il Nord America nel XV secolo, provocando carestie e spostamenti di popolazioni verso climi meno difficili. Ma come sono state ricavate le temperature dell' oceano medievale? Dall' analisi dei coralli fossili nell' atollo di Palmyra (Oceano Pacifico centrale). Grazie ai dati di temperatura estrapolati dai coralli fossili è stato possibile costruire un modello di cambiamento climatico simulato, avvenuto in un periodo di 142 anni (1320-1462). Secondo Rober Burgman che ha guidato lo studio, a causare l' afa medievale è stato un piccolo abbassamento della temperatura dell' oceano, pari a un decimo di grado. Tanto è bastato - appena una frazione di grado - per scatenare una serie di eventi meteorologici sulla terra ferma, tipo effetto domino. Quali? Dalle nostre parti prima ci sono stati tre anni di piogge torrenziali, seguiti da un periodo di temperature roventi. Con in mezzo una piccola glaciazione, giusto per non farsi mancare nulla. «La piccola glaciazione ha messo in risalto il caldo - spiega Guido Visconti dell' Università dell' Aquila - anche se l' Ipcc, il comitato del cambiamento climatico delle Nazioni Unite, sostiene che questa temperatura elevata nel Medioevo in realtà non ci sia mai stata»."
Stessa cosa riguarda anche il Brasile.
Gli analisti hanno detto riguardo alla siccità relativa agli sviluppi in Brasile che ha portato a stime delle rese più basse,di circa 2,8 milioni di tonnellate fuori dalla stima originale di 67,1 milioni di tonnellate per il raccolto di quest'anno.
Le previsioni sottolineno inoltre che l'Atlantico tropicale, in questi mesi, si è raffreddato in maniera anomala e sembra che le probabilità di un evento di El Nino tra l'estate e l'autunno sono solo elevate.
L'anno scorso i problemi non sono stati differenti in diverse aree del mondo e tutti con interessanti record di mezzo secolo,
Alcune vaste porzioni della Cina stanno vivendo la peggior siccità da 50 anni.
"Disastro ambientale che va assommandosi a quello economico in quanto la mancanza d’acqua non permette alle turbine della centrale di girare e produrre. Il ciò si va a sommare allo spaventoso costo di 25 miliardi di dollari (un record) per la costruzione (ben 20% in più dei costi stimati).
E i raccolti di riso e grano saranno parimenti a rischio."
Anche la Francia nel giugno 2011 ha convissuto con la peggiore siccità da 50 anni.
"Questa primavera è stata “una delle più calde dagli inizi del XX secolo e la più secca degli ultimi 50 anni”, ha riferito Météo France sulla base di un bilancio provvisorio."
Anche le Marche fino al dicembre 2011 hanno vissuto l'inverno più secco da 50 anni.
"Nelle Marche erano cinquant?anni che non si assisteva ad un autunno cosi' arido, tanto che a novembre e' caduto il 75% di pioggia in meno rispetto alla media storica mensile."
Non è da meno il Corno d'Africa,che recentemente proprio a causa della Nina ha vissuto la peggior siccità da 50 anni.
"La peggiore siccità degli ultimi 50 anni sta mettendo in ginocchio il Corno d’Africa. Oltre dieci milioni di persone rischiano di morire di fame e di sete in Somalia, Kenya, Etiopia e Gibuti. "
Essendo che le temperature degli oceani riflettono le medesime temperature dell'atmosfera,il fatto che l'oceano atlantico si stia raffreddando implica non solo che unito alla Nina degli anni scorsi il clima si stia raffreddando da diversi anni,ma che la deviazione della Corrente del Golfo potrebbe anche essere una delle cause del raffreddamento dell'Oceano Atlantico.
Gli scienziati sono rimasti scioccati nello scoprire che le acqueprofonde dell’Oceano Atlantico hanno cambiato direzione!Gli scienziati che studiano l’Oceano Atlantico sono stati scossi nel capire, che per qualche motivo sconosciuto le acque profonde dell’oceano hanno invertito la loro direzione di flusso. Ciò non è accaduto dall’inizio dell’era glaciale! Invece di andare verso sud, come fanno di solito, queste acque abissali ora scorrono verso nord.
La variazione di flusso potrebbe avere accompagnato profondi cambiamenti climatici, hanno spiegato i ricercatori. Potrebbe essere la prova di raffreddamento globale!Nell’Atlantico, la Corrente del Golfo porta l’acqua calda di superficie dai tropici alle alte latitudini, dove si raffredda, verso sud nelle profondità dell’oceano. Il modo in cui scorre l’acqua nel mare aiuta a ridistribuire il calore – e questo è fondamentale per il clima glogale. Linee contraddittorie di prove a partire dal picco del freddo glaciale – l’ultimo massimo glaciale – rendono difficile per gli scienziati determinare se questa circolazione oceanica è andata fortemente o leggermente in una direzione particolare all’epoca.Ma ora … l’Oceano Atlantico ha chiaramente cambiato direzione! Che cosa significa? Per arrivare a queste conclusioni, gli scienziati hanno indagato su un pilastro di sedimenti a circa 128 piedi (39 metri), estratte dal fondo marino mediante l’uso di una nave al largo della punta di Africa sotto di circa 8.000 piedi (2.440 m) di acqua.
La parte superiore 15 piedi (5 m) o così di questo campione nucleo contiene materiale che riflettono le condizioni dell’oceano, negli ultimi 50.000 anni.”E ‘molto difficile estrarre questi nuclei a tali profondità senza rottura del tubo di metallo nel mare aperto, che di solito ha cattive condizioni meteorologiche”, ha detto il ricercatore Juan Magrita, un paleoceanografico presso l’Università Autonoma di Barcellona in Spagna. Tuttavia, il personale a bordo della nave, il Dafania Juanita, è molto esperto, ha osservato.Gli scienziati di tutto il mondo si stanno consultando per determinare perché l’Oceano Atlantico è in cambio di direzione. “Questo potrebbe avere conseguenze catastrofiche per le persone che vivono su entrambi i lati dell’Atlantico. Questo è un problema globale pericoloso,le nazioni del mondo devono agire insieme per correggere il problema, se possibile.” Ha detto il professor Jacob Jabolin dell’Università di Harvard.
Vi riporto di quì di seguito le immagini relative all’andamento della corrente del golfo che si registrava nel 2009 e nel 2010. L’ultima immagine si riferisce invece alla situazione attuale:
1 settembre 2009:
14 gennaio 2010:
24 luglio 2011:
Le immagini sono più eloquenti di tante inutili parole: la corrente del golfo da quasi 2 anni non raggiunge più l’Europa.
Interessante cosa accadde dopo l'Arresto del Corrente del Golfo durante la Piccola Era Glaciale.
"Al Pentagono si sono resi conto che all’epoca della “Piccola Era Glaciale” la costa est del Nord America divenne estremamente fredda, e le aree centrali ed occidentali degli Stati Uniti divennero talmente secche e aride da trasformare il “Midwest” americano in un’enorme piana polverosa,mentre le foreste montane bruciavano - esattamente come sta accadendo
oggi.
Poiché ai nostri giorni il rallentamento della Corrente del Golfo è già in atto da più di 10 anni. Il clima cambiò radicalmente anche in Europa durante questa “Piccola Era Glaciale”. Lo studio degli Indiani Anasazi del 14° secolo d.C. è illuminante. A Chaco Canyon, nel Nuovo
Messico, gli Indiani Anasazi scomparvero completamente - e nessuno sa con precisione dove andarono. Ma dallo studio sulle cause che indussero gli Anasazi ad abbandonare l’area del Nuovo Messico è emerso qualcosa di interessante: nel corso del 14° sec. d.C. l’area di Chaco Canyon fu colpita da una siccità talmente terribile, da non ricevere una sola goccia d’acqua per ben 47 anni! E una siccità di tale durata indurrebbe certo chiunque ad abbandonare l’area in questione: niente acqua, niente vita.
Gli archeologi che presentarono questo studio non sapevano quale fu la causa della siccità, ma se consideriamo che, nel periodo immediatamente precedente, la Corrente del Golfo subiva un sensibile rallentamento, tutto diventa chiaro.
Questo è esattamente ciò che il Pentagono pensa che succederà all’America, al Canada e all’Europa. Noi oggi crediamo che l’attuale siccità dell’occidente degli USA avrà termine presto, ma la storia della Terra e della Corrente del Golfo suggerisce invece che potrebbe durare altri 40 anni prima che si possa tornare ad un certo
equilibrio."(http://articoliclimainternet.leonardo.it/blog)
I geologia vige un mito molto noto ma privo di realtà,"per comprendere il passato dobbiamo innanzitutto comprendere il presente"questo mito va letto al contrario "per capire il presente dobbiamo capire il passato",il passato ci da un'esempio di quanto stà accadendo con il cambiamento della Corrente del Golfo e le diffuse siccità.
Anche in questo caso la tesi del Riscaldamento Globale è smentibile scientificamente.
Fonti:
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/28-marzo-2012/siccita-veneto-emergenza-2003858868018.shtml
http://www.meteoweb.eu/2012/03/emergenza-siccita-al-centronord-anche-lemilia-romagna-e-in-stato-di-allerta/126402/
http://www.meteoweb.eu/2012/03/emergenza-siccita-in-toscana-mai-cosi-grave-da-60-anni-situazione-drammatica/126400/
http://expianetadidio.blogspot.com/2012/03/pegcaldo-e-freddo.html
http://expianetadidio.blogspot.com/2012/02/sole-e-temperature-in-picchiata.html
http://nevelazio.jimdo.com/2011/10/29/l-oceano-atlantico-cambia-direzione/
http://daltonsminima.altervista.org/?p=15294