Un accordo è stato infatti raggiunto tra la NZRU (la federazione neozelandese), l’amministrazione cittadine di Dunedin, l’Associazione dei giocatori della terra dei maori e la Bank of New Zealand. Un accordo che salva 131 anni di storia ovale e che rilancia – ovviamente sul medio/lungo termine – le ambizioni di una fetta importantissima del rugby neozelandese.
Vediamo un po’ cosa è stato deciso: verrà steso un nuovo piano finanziario per i prossimi tre anni entro i quali le casse dovranno essere risistemate con generali minori uscite, con la diminuzione del monte-ingaggi dei giocatori (di almeno 290mila dollari neozelandesi), nuovi sponsor e una politica più “aggressiva” di gestione dei test-match.
La NZRU intanto rifornirà le esauste casse di Otago con una liquidità di 500mila dollari neozelandesi. Non solo: la federazione ha garantito che verranno giocati a Dunedin una serie di test-match per garantire incassi maggiori (quest’anno è già in programma una partita con il Sudafrica) e a giugno verrà giocata una partita tra una rappresentanza dell’isola del Nord e una del Sud.
Debiti per circa 480mila dollari verranno cancellati, mentre la partecipazione all’ITM Cup (il principale campionato neozelandese) è garantita per tre anni.
L’attuale management di Otago deve dimettersi e verrà sostituito da uno completamente nuovo, che inizierà una vasta opera di ammodernamento e riorganizzazione della struttura.