Dicevamo? Dicevamo di Obsidian Mirror e del suo post del cazzeggio prenatalizio… Ah, le chiacchiere! C’è bisogno di una sana dose di quelle chiacchiere che, me ne sto rendendo conto proprio di questi tempi, mancano da un bel po’ da queste parti. Mesi e mesi impegnato a parlare di Yellow Mythose di Orizzonti del reale e mai, dico mai, una sana chiacchiera degna di un sano Bar Sport. Starò mica diventando noioso? Ditemelo! Perché alla soglia dei cinquant’anni la trasformazione in un bipede barboso potrebbe anche essere una conseguenza naturale del mio ciclo vitale. Dite di no? Eppure sento che c’è qualcosa che non funziona come dovrebbe. Percepisco una strana sensazione che non saprei definire a parole. Il sottoscritto blogger, che si sta avvicinando lentamente al suo quinto anno di attività, non sta rispondendo come vorrebbe alle sollecitazioni esterne. Colpa mia, che per qualche ragione sto vivendo non troppo bene un periodo non esattamente esaltante.
Il blog? Da parte sua il blog, questo blog, cerca di dare il meglio di sé, procedendo per la sua strada e continuando a ricevere consensi che, oggi come un tempo, non smettono mai di stupirmi. Ah, se la vita fosse tutta un blog! Riuscirei ad alzarmi ogni mattina con lo stesso entusiasmo con il quale apro le porte di questa piccola stanza? C’è una sorta di dipendenza psicologica, forse addirittura fisica, legata al bloggare. Per me forse, come per tutti voi che interagite con me in questa incredibile avventura, il blog è un modo per condividere delle passioni. Ma questo strano periodo mi fa nascere degli strani pensieri. Percepisco una sorta di incompletezza, perché condividere significa molto di più di quello che sto facendo ultimamente. Le mie capacità di interazione negli ultimi tempi sono ai minimi sindacali. Rispondo ai commenti con un imbarazzante ritardo, non riesco a proseguire (perseguire), nello spazio dedicato ai commenti, gli spunti che i miei generosi lettori mi offrono. Faccio anche molta fatica a visitare quotidianamente tutti i luoghi che si rincorrono nel mio blogroll e, quando lo faccio, non riesco a trovare cose sensate da dire. Cosa mi sta succedendo?
L’anno che si sta per concludere è stato un anno durissimo per il sottoscritto e in parte lo avevate forse intuito da post come questo o come questo, nei quali ho lasciato trasparire quegli stati d’animo che, in un modo o nell’altro, mi hanno accompagnato nel corso di lunghi mesi. Il peso dei tanti impegni mi sta schiacciando e sono quasi sorpreso di essere riuscito a portare avanti il blog fino a quest’ultimo post decembrino senza aver lasciato trasparire le difficoltà.Ma è proprio quello il punto. Lo sto capendo solo adesso. Perché mai dovrei andare avanti senza far trasparire le difficoltà? Non sono mica Superman, cazzo. Non vorrei nemmeno esserlo, se devo dirla tutta. Sai che mi frega di salvare il pianeta da Lex Luthor? Sono una persona normale che affronta le sue giornate arrancando per cercare di onorare i mille impegni, tra lavoro, famiglia e quei pochi piaceri che ancora riesco a concedermi. Sono una persona come tante altre a cui piace leggere un libro, guardare un film, mangiare un panino con la nutella, bere una birra gelata.Una persona come tante altre che ha anche deciso di voler essere un blogger. Sticazzi, mi verrebbe da aggiungere. Come se essere blogger fosse una cosa da niente. Voi lo sapete meglio di me, visto che siete quasi tutti blogger anche voi: essere blogger è dannatamente difficile. Occorre una passione spropositata e tanta, ma proprio tanta, determinazione. E allora diciamolo che è difficile. Non è come bere una birra gelata o mangiare un panino con la nutella. È dannatamente difficile.
Mi dispiace solo che di tutto questo abbia fatto le spese il piccolo Obsploitation, l’altro mio blog, che ho mandato al Creatore solo pochi giorni fa. Da quelle parti non c’era più quella determinazione che mi aveva spinto ad aprirlo, non c’era più voglia né tantomeno passione. E allora perché insistere nel nascondere quel fallimento? Si alzi il sipario e ci si metta a nudo. Ecco fatto. L’ho fatto.
Abbasso gli occhi sulla Piera che nel frattempo mi ha raggiunto sul divano. Quanto è carina. Questi ultimi sei mesi sono stati molto intensi anche per lei. Da quando la sorella se ne è andata, la Piera è cambiata davvero tanto: ha vissuto solo un breve periodo di assestamento, per somatizzare il cambiamento avvenuto, e poi si è appropriata di tutti gli spazi, allargandone addirittura i confini come solo una vera gatta navigata sa fare. Ora riesce finalmente a dispensare tutto quell’amore che si era sempre tenuta dentro, soggiogata dalla timidezza e da quei piccoli dispetti a cui era sottoposta in quanto secondogenita. Dispensa e riceve amore, da me e da Simona, sotto un attacco incrociato di strusciamenti e spalpottamenti. Mi sento meglio. Ora, con la Piera tutta crogiolante al mio fianco, non posso far altro che gioire per questo 2015 che sta per risolversi in un botto di Capodanno.
Arriving somewhere… but not here, come recita quel pezzo prog che inserisco in fondo al post e con il quale mi congedo da voi (non c'entra nulla col Natale ma mi pare che quel pezzo sia la perfetta colonna sonora per questo post).
Il vostro blogger passa e chiude questo angolo di web per una manciata di giorni, con l’intenzione di lasciarlo chiuso almeno fino al giorno in cui il panettone non sarà fuori in offerta a un euro cadauno. Obsploitation è morto ma Obsidian Mirror è vivo e vegeto: giusto il tempo di ricaricare le batterie e riprenderà la sua attività “più bello e più superbo che pria”. A questo punto, come ogni anno, non ci rimane che il brindisi! Tanti auguri di Buone Feste a tutti! Ci si ritrova nel 2016, se volete. Yours. Obsy.