Si diceva giusto ieri che no, i film di animazione non sono un campo esclusivo del pubblico più piccolo e delle famiglie.
E questo Arrugas, pellicola spagnola del 2009, ne è forse l'esempio più lampante.
Non solo, infatti, per dei temi trattati decisamente adulti, ma sopratutto per i suoi protagonisti, per la storia che ci raccontano e per come ce la raccontano.
Come si capisce dal titolo, al centro di questo racconto ci sono gli anziani, il loro mondo e il loro tempo, con il povero Emilio che, fin dall'inizio, inganna noi e viene ingannato dalla sua mente, con l'Alzheimer che avanza, e la decisione piuttosto egoista del figlio di chiuderlo in una casa di riposo dove lasciarlo al suo destino.
Qui dentro, Emilio viene assegnato in camera con Miguel, arzillo vecchietto che malanni non ne ha, e che si prende gioco dei vari residenti spillando loro denaro e facendo la bella vita. L'iniziale diffidenza tra i due, verrà colmata dalla presenza della buona e materna Antonia, e dalla coppia d'oro che con loro pranza, con lui ormai perso per sempre nel suo mondo, e con lei che gli fa da balia, non importa a quale costo e sacrificio.
Il modo cinico di giudicare e vivere di Miguel, si scontra così con la bontà d'animo e l'ingenuità di Emilio, che lo accuserà di egoismo, di avergli rubato i suoi beni più preziosi, mentre il tempo scorre, dall'autunno si passa all'inverno e poi alla primavera, mentre anche la mente di Emilio si incanta, si blocca, si perde.
Arrugas è un racconto su anziani con anziani protagonisti, ma soprattutto è un racconto che ci immerge nel loro tempo, in quegli spazi vuoti e stanchi che riempiono le loro giornate, con i momenti che non passano mai, i pranzi e le cene che si susseguono uno dopo l'altra senza grosse differenze, i documentari che passano instancabilmente in TV, mentre l'unica cosa che tiene davvero in vita Emilio e gli altri è la paura di finire nel piano superiore dell'ospizio, il piano di chi si è perso per sempre, che ha così bisogno di un'assistenza continua.
Dopo una prima parte di ambientazione, in cui ci lasciamo andare alle fantasie degli ospiti e ci facciamo trasportare dalla mente di Emilio nei suoi labirinti, l'azione si fa più incalzante, con lo stesso Miguel che per aiutare l'amico a non finire di sopra si ingegna e inventa piani, in cui c'è posto per humour sincero e divertente, che modificherà poco a poco il suo carattere spigoloso, vedendo oltre i profitti e il cinismo che lo hanno da sempre caratterizzato, anche fuori da quelle mura.
Tratto dalla graphic novel di Paco Rosa, Arrugas si caratterizza per disegni semplici e lineari, che ci restituiscono tutte le rughe dei protagonisti, tutta la loro semplicità che si riscontra anche in ambienti poveri e sterili ma che non priva il film di essere ricco di poesia.
Ci si emoziona così con la semplicità della vita, con il male che lentamente avanza e che comporta cambiamenti, non sempre in meglio, per chi li deve affrontare.
Parlando di Alzheimer in modo diretto, mostrandocelo prima di tutto in tutti i suoi inganni, in tutte le sue difficoltà e relative paure sia per chi ne è affetto che per chi assiste impotente all'incedere della malattia, Arrugas commuove, facendo scendere lacrime sincere al racconto di un'amicizia, di un amore, alla vita di un passato che all'interno di quella casa che casa non è, sembra così lontano, ma a cui basta una sola, semplice parola per tornare a galla, e far spuntare un sorriso.
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