Addio a Carol Rama: pittrice eccentrica e anticonformista, si è spenta all’età di 97 anni, nella sua casa di Torino. Amica di Sanguineti, Warhol e Man Ray, nel 2003 ha ricevuto a Venezia il Leone d’Oro alla carriera.
Arte in lutto: la pittrice Carol Rama, nota per le sue irriverenti e provocatorie opere erotiche, si è spenta all’età di 97 anni. La morte è avvenuta intorno alle 20 di giovedì sera, nella sua casa di via Napione 15, a Torino. I funerali si svolgeranno domani alle 9.45, nella Parrocchia Santa Giulia del capoluogo piemontese. Pittrice eccentrica, attiva dalla metà degli anni Trenta fino al 2005, ha avuto amicizie importanti tra le quali Edoardo Sanguineti, Carlo Mollino, Massimo Mila, Francesco Casorati, Man Ray e Andy Warhol. Nel 2003 ha ricevuto a Venezia il Leone d’Oro alla carriera. Ha acquistato fama internazionale con la mostra monografica (200 opere) nell’ottobre 2014 al Macba di Barcellona, proseguita nel 2015 al Mam di Parigi e che andrà a Helsinki e Dublino, per approdare alla Gam di Torino a fine 2016.
Carol Rama e Andy Warhol – da www.exibart.com
Olga Carolina Rama, nata nel 1918 a Torino, iniziò a dipingere da autodidatta negli anni Trenta del secolo scorso, ispirata dagli ambienti dell’avanguardia e frequentando Felice Casorati, il pittore per antonomasia nella Torino tra le due guerre. Si distingue per il suo anticonformismo pittorico sin dagli anni Quaranta, quando cominciò a dipingere per esplorare il corpo femminile e il suo erotismo. I suoi dipinti, raffiguranti animali, protesi ortopediche, dentiere, scarpe, parti anatomiche (falli, braccia, piedi, lingue), risultano tanto anacronistici per l’epoca da risultare inaccettabili: la sua prima esposizione, alla Galleria Faber nel 1945, venne chiusa perché ritenuta oscena.
Nei primi anni Cinquanta si avvicina all’astrattismo del MAC (Movimento Arte Concreta) e partecipa con lavori astratto-concreti alla Biennale di Venezia del 1948 e del 1950. Gli anni Sessanta vedono la nascita dei “Bricolage”, così definiti dall’amico Edoardo Sanguineti (importante letterato ed intellettuale). Si tratta di composizioni di segni e macchie di stile informale, alle quali aggiunge occhi di vetro, denti, unghie ed altri materiali, incollandoli sulla tela. Durante i soggiorni a Parigi e a New York nel 1970 e 1971, con il suo gallerista Luciano Anselmino, conosce Andy Warhol, Orson Welles e Man Ray.
I suoi sono lavori che riflettono le angosce e le fantasie di una giovane donna che ha dovuto affrontare il suicidio del padre imprenditore e la conseguente malattia psichiatrica della madre. La sua poetica lascia trasparire il riflesso di una vita difficile, segnata da tragiche vicende familiari, e la capacità di trasformare il dramma in grande arte.
“Quando dipingo non ho nessun garbo professionale, nessuna gentilezza, non ho regole. Non ho mai seguito corsi regolari di pittura, né avuto un’educazione artistica, accademica. La mia insicurezza tecnica, il mio non avere un metodo, è diventato un aspetto del mio lavoro. E questo mi ha aiutato moltissimo, perché, al di là della tecnica, l’idea è sempre molto chiara”.
S.C.
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