Prendiamo il caso degli ormai obsoleti CD: in un piccolo oggetto di plastica, sotto forma di un lunghissimo codice binario di 1 e 0 riusciamo a racchiudere della musica, forse il campo creativo umano che riesce meglio a toccare le nostre emozioni. Proprio da questo ragionamento arriva una delle ultime installazioni della Morin: Waste Landscape 4, inaugurata alla Kunsthalle di Košiche, in Slovacchia.

In un ambiente decisamente atipico, con un porticato ai lati ed una volta a botte a copertura, prende forma un paesaggio di morbidi rilievi, come se delle bolle d’aria stessero cercando di sollevare il pavimento. Queste non sono altro che strutture gonfiabili plastiche, la cui superficie è ricoperta da un telo su cui sono incollati 180.000 compact disc.
L’atmosfericità di quest’opera ha molto di spettacolare, complice l’installazione luminosa ad opera di Showmedia che propone puntamenti diretti sui dischi e costanti cambiamenti di tonalità da calde a fredde. Il visitatore è così immerso in un mare di riflessi iridescenti, dalle tonalità talvolta tendenti all’azzurro che ricordano l’ambiente marino, talvolta al beige ricordando le nuvole, altre volte invece il tutto richiama un qualche fantastico animale marino squamato.


La ciliegina sulla torta di quest’installazione si trova nella performance effettuata alla sua apertura, quando è stata suonata la composizione di Braňo Bernàr dal titolo Quasar, ispirata dalla fisica di questi corpi celesti che risuonano nello spazio secondo una frequenza che si può definire come un loro codice. La musica è così tornata a fare parte della vita di dischi ormai inutilizzati. Elise Morin è riuscita a creare un paesaggio di grandissimo impatto visivo, mutando l’estetica tipica della discarica in qualcosa di completamente diverso, che riesce a comunicare qualcosa di molto più sofisticato ad un livello subliminale.
Di Filippo Bottini
@filippobottini


Immagini di Elise Morin
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19 giugno 2015
