Sospirata parola, che alla fine
mi sei giunta, m'hai colto
in un momento di disattenzione,
e ti vuoi improvvisa, non cercata,
sfuggi al gesto raro, alla misura
esorbitante. D'una riga t'orli
di mare, gonfi in nube, ti dibatti
come colomba, sorgi in cima al semplice
respiro della voce, all'indolente
mano che ti scandisce, e urgi - trepida
cosa tra cose - a collocarti in questa
calda, iridata, precisa esistenza.
Sergio Solmi da “Levania” (Mondadori )
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)