La famiglia di appartenenza dell’ “Artemisia vulgaris” è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi e 22750 specie.
L’etimologia del nome della pianta “Artemisia” sembra che derivi da Artemisia, consorte di Mausolo, Re di Caria; ma anche, secondo altre etimologie, potrebbe derivare dalla dea della caccia “ARTEMIDE”, oppure da una parola greca”artemes” (= sano) alludendo alle proprietà medicamentose della pianta.
L’Artemisia è una pianta la cui altezza può arrivare a 2 metri, è una pianta perenne,con un asse fiorale eretto e spesso con poche foglie,contengono oli eterei lattonisesquiterpenici; le foglie sono molto aromatiche ed emanano un odore caratteristico strofinandole; sono di colore verde scuro e superficie glabra di sopra mentre la superficie inferiore è più chiara, quasi bianca-tomentosa con peli semplici. L’Artemisia fiorisce nei mesi estivi da luglio a ottobre ed i fiori sono attinomorfi, si presentano in calice e corolla formati da 5 elementi.
L’Artemisia contiene vari oli essenziali e vari terpenoidi come l’eucaliptolo, il tujone e il cineolo; contiene anche flavonoidi e derivati della cumarina.
L’Artemisia possiede notevoli proprietà terapeutiche, riconosciute e non dalla medicina occidentale,eccone alcune:
antisettica (proprietà di impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi);
antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso); questa proprietà è amplificata utilizzando il sigaro moxa (moxibustione), e con il massaggio adoperandone l’olio essenziale diluito in olio vegetale, tanto da divenire un antidolorifico di eccellenza.
carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali);
diaforetica (agevola la traspirazione cutanea);
emmenagoga (regola il flusso mestruale);
espettorante (favorisce l’espulsione delle secrezioni bronchiali);
eupeptica (favorisce la digestione);
amaro tonico (digestiva);
antidiabetica (dalle radici).
Il decotto è usato per lavande vaginali e rettali, inoltre è astringente.
Importanti effetti collaterali della pianta sono vomito diarrea pollinosi, da evitare in gravidanza per la potenziale abortività; l’artemisia è controindicata in soggetti con gastrite, ulcera peptica, epielsiia o ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
In parte tratto dai testi di : Giacomo Nicolini, SandroPignatti, D.Aeschimann, Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica – Un approccio filogenetico.
Gaobi.