Arthur rimbaud poesie viii

Creato il 06 agosto 2013 da Marvigar4

ARTHUR RIMBAUD

POESIE

Traduzione dall’originale in francese Poésies

di Marco Vignolo Gargini

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IRE CESAREE

(Rages de Césars)

L’uomo pallido, lungo le aiuole fiorite,

cammina, vestito di nero, e il sigaro tra i denti:

l’uomo pallido ripensa ai fiori delle Tuileries

- E talvolta il suo occhio smorto ha sguardi ardenti…

Giacché l’Imperatore è sazio dei suoi vent’anni d’orgia!

Si diceva: “Io soffierò sulla Libertà

con delicatezza, come fosse una candela!”

La libertà rivive! Lui si sente sfinito!

È prigioniero. – Oh! qual nome sulle sue labbra mute

trasale? Qual rimpianto implacabile lo rimorde?

Non si saprà mai. L’Imperatore ha l’occhio spento.

Ripensa forse al Compare occhialuto…

E guarda il fil di fumo del suo sigaro acceso,

come nelle sere di Saint-Cloud , un’azzurra nube fine.  

SOGNO INVERNALE

A *** Lei.

(Rêvé pour l’hiver – A *** Elle.)

L’inverno, noi andremo in un piccolo vagone rosa

   Con dei cuscini blu.

Noi staremo bene. Un nido di folli baci riposa

   in ogni morbido cantuccio.

Tu chiuderai gli occhi, per non vedere, dal finestrino, 

   le smorfie delle ombre serali,

queste mostruosità ringhiose, plebaglia

   di demoni e lupi neri. 

Poi tu ti sentirai la guancia punzecchiata…

Un bacetto, come un ragno impazzito,  

   ti correrà per il collo…

E tu abbassando la testa mi dirai: “Cerca!”,

- E noi prenderemo tempo a cercare questa bestia

- Che viaggia assai…

In treno, 7 ottobre ’70. 

DORMIGLIONE DELLA VALLE

(Le dormeur du val)

È un verde recesso dove canta un fiume

che pazzo appende sull’erba degli stracci

d’argento; dove il sole, della montagna fiera,

riluce: è una piccola valle che spuma di raggi.

Un giovane soldato, la bocca aperta, il capo nudo,

e la nuca bagnata dal fresco crescione blu,

dorme; è disteso nell’erba, sotto la nube,

pallido nel suo verde letto dove piove la luce.

I piedi tra i gladioli, dorme. Sorridente come

sorriderebbe un bambino malato, fa un sonno:

natura, ninnalo tu con calore: ha freddo.

I profumi non fanno fremere le sue narici;

dorme nel sole, la mano sul suo petto

tranquillo. Ha due fori rossi sul fianco destro.

Ottobre 1870

AL CABARET-VERT,

alle cinque di sera

(Au cabaret-vert,

cinq heures du soir)

Dopo otto giorni, avevo sfondato i miei stivaletti

sui ciottoli delle strade. Entravo in Charleroi.

- Al Cabaret-Vert: chiedevo delle tartine

col burro e del prosciutto freddo a metà.

Beato, stendevo le gambe sotto il tavolo

verde: contemplavo i motivi molto naïf

della tappezzeria. – E fu adorabile,  

quando la serva dalle enormi tette, dagli occhi vispi,

- Quella là, non la spaventa di certo un bacio! -

sorridente, mi portò le tartine col burro,

del prosciutto tiepido, in un piatto colorato,

del prosciutto rosa e bianco aromatizzato

all’aglio, e mi riempì un boccale immenso, con la sua schiuma

che indorava un ritardatario raggio di sole. 

Ottobre ’70.

LA MALIZIOSA

(La maline)

Nella sala da pranzo bruna, che profumava

di vernice e di frutta, stavo d’incanto,

prendevo un piatto a me sconosciuto

belga, e mi spaparanzavo nella mia immensa sedia.

Mangiando, ascoltavo la pendola, – felice e cheto.

La cucina s’aprì con uno sbuffo,

e apparve la serva, non so perché,

con lo scialle mezzo giù, la pettinatura maliziosa

e, passando di continuo il suo tremante ditino

sulla guancia, un velluto di pesca bianca e rosa,

facendo con le labbra infantili una smorfia,

lei sistemava i piatti, accanto a me, per il mio agio;

- Poi, così, – certo, per avere un bacio, -

sottovoce: “Senti un po’, ho preso un freddo sulla guancia…” 

L’ECLATANTE VITTORIA DI SAARBRÜCKEN

OTTENUTA AL GRIDO DI VIVA L’IMPERATORE!

Stampa belga a colori vivaci,

si vende a Charleroi, 35 centesimi.

(L’éclatante victorie de Sarrebruck

Remportée aux cris de vive l’Empereur!

Gravure belge brillamment coloriée,

se vend à Charleroi, 35 centimes.)

In mezzo, l’Imperatore, in un’apoteosi

blu e gialla, pettoruto, se ne va, sul suo cavalluccio

scintillante; felicissimo, – perché vede tutto in rosa,

feroce come Zeus e dolce come un papà;

in basso, i bravi soldatini che facevano la siesta

accanto ai tamburi dorati e ai rossi cannoni,

s’alzano bene. Pitou rimette la sua divisa,

e, girato verso il Capo, si rintrona con i grandi nomi!

A destra, Dumanet, appoggiato sul calcio

del suo sputafuoco, sente fremere la sua nuca a spazzola,

e: “Viva l’Imperatore!!!” – Il suo vicino resta cheto…

Un schakò sorge, come un sole nero… – Al centro,

Boquillon rosso e blu, molto candido, sul suo ventre

si rizza, e, – presentando le chiappe -: “Di che?…”

Ottobre 1870  



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