Cara Antonia, oggi ti parlo di ex-voto. Si, sì leggi bene. Quei quadretti che disseminano le pareti di santuari e chiese importanti dell’Italia. Quei quadretti e oggetti che in maniera sintetica e forti immagini raccontano eventi terribili: malattie, sciagure e incidenti che miracolosamente lasciano indenni gli sventurati protagonisti. E mica solo gente comune: re, regine e nobili ne han fatti secondo le possibilità. Oltr’alpe è famoso quello di un re di Baviera, un vero e proprio gioiello dell’oreficeria tardo gotica. Ne ho fotografato qualcuno, andando in giro, da questa parte delle Alpi.
Un ex voto del Santuario di Pompei
Sempre dal Santuario di Pompei
E dopo aver criticato questa pratica quasi pagana per anni, ora mi commuove quest arte minore, ciarliera dei gusti e dei modi di un tempo: non esisteva la globalizzazione e ciascuna regione si esprimeva secondo il proprio gusto. Così puoi vedere i modelli delle auto degli anni 50, dei carretti, dacché tantissimi sono incidenti in campagna e poi le due guerre. Tutte storie sintetiche, raccontate con rapide pennellate (qui non si discute della qualità degli artisti ma del codice espressivo). Pensa che nel santuario della Consolata a Torino c’è una sorta di trittico dove il protagonista scampa alla morte nella Prima e nella Seconda guerra Mondiale, e ancora in seguito alla deportazione in un campo di concentramento in Germania. Potere dei doni, mi vien da dire!
Una serie di ex voto nel Santuario della Consolata di Torino
Cara Virginia,
che bello questo tuo ripescaggio degli ex-voto. Mi limito ad aggiungere un tocco profano: ché stamattina sono finita lunga e distesa alla fine di un ponte di legno, su quella parte della piattaforma che esposta alle intemperie era diventata come una saponetta. Ma dal ruzzolone mi sono alzata quasi illesa: un dito contuso, che sì si sta gonfiando, ma non mi impedisce di scrivere (ed è quello della mano destra). Se ci fosse un santuario nella landa desolata dove svolgo il mio lavoro, potrei fare una foto e appendere un ex-voto anch’io, magari inaugurando una nuova tradizione…
Silly Antonia