Articolo Riempitivo

Creato il 01 ottobre 2012 da Obyinlondon

Eccomi qua.

Manco dal blog da secoli, me ne scuso.
In questi tre mesi di assenza eventi di fondamentale rilevanza sono avvenuti ed io non ho pubblicato nemmeno un rigo. Non ho parlato delle Olimpiadi, con tutto quello che c’era da dire. Non ho nemmeno fatto una parola sul putiferio dietro all’estradizione di Abu Hamza ed i commenti della Regina resi pubblici senza il suo permesso. Non ho nemmeno nominato Julian Assange che da settimane é barricato nell’ambasciata Ecuadoregna con la sola compagnia della sua mano destra.
Ma, soprattutto — con il capo cosparso di cenere — non ho parlato delle tette di Kate Middleton.
Insomma, questo blog che ci sta a fare?

Ora tutte queste notizie sono nel passato e non c’é piú alcuno scopo nel rivangarle.

Ma effettivamente per Kate si puó fare un’eccezione.

Dunque, quel sabato sera mi presento al pub con il solito sorriso a trentadue denti di chi sta decidendo se il giorno dopo si alzerá a mezzogiorno o all’una, quando l’allegria viene assassinata all’ingresso direttamente dai miei amici britannici, che in un angolo buio stanno borbottando come due vecchi al parco che confrontano le pensioni di anzianitá: “Ma tu guarda.. ma che schifo.. ma é possibile.. é rivoltante.. é disgustoso.. certa gente.. ma non c’é proprio rispetto.. io li arresterei.. sí, in galera.. buttare la chiave.. che gentaglia.. non c’é morale.. fanno schifo.. cresciuti male.. bisogna dare la colpa ai genitori.. che societá malata..”.
Si arriva a parlare di castrazione chimica e camera a gas quando finalmente riesco a capire che si sta parlando delle foto di Kate Middleton.
“Questa gente non ha veramente dignitá, e il fotografo poi, scattare una foto ad una coppia appartata, perché mai una persona vorrebbe fare una cosa del genere [indizio: €1 milione], e poi chi le vorrá mai vedere, se nella tua vita hai bisogno di vedere certe foto devi avere dei problemi mentali, sei malato, hai carenze affettive”.

Non avrei dovuto dire nulla. Oby don’t say a word mi diceva la coscienza. Non ho resistito. L’ho detto.
“Veramente io le ho viste”.
Apriti cielo. Persino il cane del proprietario ha cominciato a guardarmi male.
“Ecco, figuriamoci, che razza di pecorone, non mi stupisco proprio, anche tu come gli altri, ma non ti vergogni, sei un pervertito, e a che scopo poi, ti piacerebbe che lo stesso succedesse a tua figlia, e poi non hai un po’ di cuore, povera Kate.. [non sono sicuro che "povera" sia un aggettivo che combacia con Kate Middleton], figuriamoci se non le guardavi, sei proprio il solito italiano, infatti il giornale che le ha pubblicate é di Berlusconi, non mi stupisco” [E qua mi incazzo].

La notizia delle tette di Kate l’hanno riportata tutti i quotidiani britannici, in prima pagina, per giorni. Fosse stata relegata ad una colonna del gossip, o al Sun, non le avrei viste semplicemente perché non avrei saputo che erano in esistenza. Invece l’impero mediatico britannico ce ne ha fatto una pubblicitá martellante. Pure aggiungendoci il “Eh, peró non ve le possiamo fare vedere. Le trovate con una ricerca su Google, ma voi non guardatele”. Come la mamma con la marmellata.
Dunque sí, sono pecorone, come lo é ogni essere umano con prodotti di cui vede la pubblicitá per giorni ed che finisce per acquistare, non perché gli servano, ma perché ce l’hanno tutti e se ce l’hai sei “cool”.
Per lo meno io prima di fiondarmi ad acquistare un prodotto ampiamente pubblicizzato ho fatto i due controlli fondamentali ossia 1) vale i soldi che costa e 2) é dannoso per la salute; e, sarete lieti di sapere, mi sono informato ed ho scoperto che le tette di Kate le potete vedere gratis e non hanno effetti negativi sulla vostra salute.

E poi santo cielo, sono solo un paio di tette. Sfocate. Prese da un km di distanza. Da sabato a domenica avró probabilmente visto un altra decina di paia di tette di altre razze e colori e di risoluzioni migliori (la banda larga di BT é molto buona, se state cercando un provider). E poi, dato il polverone sollevato dal caso in questione, che dire di tutti i vips che vengono quotidianamente fotografati senza il loro consenso dal giorno della nascita della macchina fotografica? Anche in Inghilterra ci sono giornali scandalistici; ma qua il caso in questione é nato solo perché le tette sono quelle di Kate. Quindi il problema non nasce dagli scatti di tette rubati in generale, il problema nasce dal proprietario delle tette. Insomma, ci sono classi di persone e quindi anche classi di tette. O forse ci sono classi di morale e classi di ipocrisia. Il problema vero é che certi comportamenti umani non si possono regolare sulla base della morale e del buongusto, che sono personali. Infatti la societá ha inventato le leggi. Se vuoi evitare che la gente si vada ad inculare fuori dalla porta di casa tua non puoi affidarti alla morale delle persone, ci vuole una legge che vieti atti osceni in luogo pubblico. C’é pure una legge che vieta l’omicidio: ma dai. Quindi se vuoi evitare che le tette di Kate Middleton finiscano sul giornale ci vuole una legge che tuteli la privacy. Ma non solo quella di Kate peró, di tutti. In questo caso dovrebbero essere i francesi a rendere illegare scattare fotografie a soggetti su solo privato da un suolo pubblico, perché mi sembra di capire che nel Regno Unito la legge ci sia. Poi per caritá se non si comprassero i giornalacci scandalistici i paparazzi sarebbero senza lavoro e vivremmo in un mondo migliore.

Detto questo, specifico che non ho visto le tette di Kate di mia spontanea volontá. Erano in homepage sul sito del Corriere. Non che faccia differenza. Ma vedersi paragonato ad un pervertito in un paese per qualcosa che in un altro ti viene sbattuto in faccia mi fa pensare che culturalmente le linee di morale possano davvero essere differenti. Quando Berlusconi venne fotografato con ballerine e menestrelle nella sua villa in Sardegna si scandalizzarono solamente persone sulla sua busta paga (si scandalizzó anche qualche italiano, ma per motivi lontani dalla privacy di Berlusconi).

Comunque la gente si perde proprio in piccole cose, con tutti i problemi che ci sono nel mondo di cui parlare. Magari ci sará pure qualcuno che finita la lettura conterá quante volte ho usato la parola ‘tette’ nell’articolo, cosí, solo perché é cool.

Ok, sono dodici, ora peró chiudete e passate ad altro.


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