Prima volta ad Arusha.
Le strade non erano asfaltate.Attraverso una perenne nuvola di polvere,si srotolava davanti ai miei occhi per la prima volta tutta la bellezza della natura più selvaggia dell'Africa, con un'intensità quasi struggente. Tratti di foresta si succedevano a piantagioni di caffé e banani, i filari di vegetazione verdissima dolcemente arrampicati alle colline.Lungo le piste di terra rossa procedeva a piedi una moltitudine di persone, uomini e sopratutto donne, molte con i loro bambini legati intorno al busto, avvolti negli scialli come si usa in Africa.
Sullo sfondo s'innalzava l'imponente monte Meru a una settantina di chilometri dal Kilimangiaro.Quest'area costituisce l'Arusha National Park, uno dei luoghi naturali più belli del mondo.
Ad Arusha per la prima volta vidi anche i masai, questo popolo nomade e guerriero la cui popolazione, fiera e indipendente,sembra vivere in un'altra dimensione, specie le donne che con la loro austera bellezza non lasciano nessuno indifferente.
La mattina, affacciandomi alla finestra della stanza del mio alloggio vidi alcune donne che facevano il bucato all'aria aperta.Stendevano le lenzuola sul prato ad asciugare.L'allegria delle loro voci, il candore della stoffa tra il verde dell'erba,lo zelo che le animava, il profumo del sapone misto all'odore acre della terra, tutto mi trasmise una grande sensazione di calore : era la quotidianità dell'esistenza che trionfava sull'orrore del male.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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