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Arvedi verso il nuovo piazzale: servirà una valutazione d’incidenza sulle aree ambientali protette e il monitoraggio della falda. Emerge anche un esposto contro il precedente gestore, salvato dalla prescrizione. E Centropadane protesta: il piazzale inv...

Creato il 06 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Piazzale per il deposito a magazzino, d’accordo, ma quali prodotti siderurgici fini? Che semilavorati? E poi i pezzi di ricambio, si può sapere che cosa volete mettere in quel piazzale? Pezzi di ricambio per impianti, e materiale inerte, sì, ma così è generico. La richiesta del gruppo Arvedi della società Ata è vaga. La conferenza dei servizi è rigorosa, si vuole capire, fuori tutta la verità, anche se l’amministrazione provinciale non è il tribunale. Allora il gruppo Arvedi chiarirà. E’ lì apposta Renato Crotti, ha partecipato a entrambe le conferenze dei servizi dei mesi caldi, il 30 maggio e il 26 luglio, e allora chiarirà, certo, abbiamo molta fiducia che lo farà. Delicatezza ci vuole anche perché su quel piazzale ci fu un abuso, un uso non conforme all’autorizzazione. Scattò un esposto e solo la prescrizione salva il precedente gestore. Dunque andiamoci piano, se poi si vuole considerare Autostrade Centropadane. C’è qualcuno che la sottovaluta? No di sicuro. E allora va detto che il piazzale di cui Arvedi ha tanto bisogno ricade, neanche a farlo apposta, nell’area di cantiere del futuro terzo ponte sul Po. Arvedi verso il nuovo piazzale: servirà una valutazione d’incidenza sulle aree ambientali protette e il monitoraggio della falda. Emerge anche un esposto contro il precedente gestore, salvato dalla prescrizione. E Centropadane protesta: il piazzale inv...

A questo punto già scattano le domande. Come mai in prescrizione il lieto signore che ha fatto i propri comodi nel piazzale? Non parliamo di Arvedi che non c’entra, ma del gestore precedente, nemmeno nominato nella Conferenza dei servizi, quello però è terreno demaniale.

E poi un sorriso viene spontaneo: c’è tra Cavatigozzi e Spinadesco una tale concentrazione di aziende e di progetti, col terzo ponte che incombe oltre al nuovo piazzale Arvedi, che pare che non ci sia neanche lo spazio per realizzarle tutte. Ma devono proprio realizzarle tutte lì queste meravigliose opere?

La faccenda sa di scarsa programmazione. Va a finire che Centropadane e Arvedi dovranno accordarsi: chi costruisce per primo, e dove e quando in modo da non ostacolarsi a vicenda. Siamo al colmo. Va bene lo sviluppo ma tutte lì vanno a finire le infrastrutture e le industrie? Non hanno esagerato gli amministratori di questi vent’anni? Dunque adesso Centropadane chiede all’amministrazione provinciale di inserire questa necessità di spazio vitale tra le prescrizioni.

Il gruppo Arvedi ha chiesto tra l’altro una concessione di nove anni per un piazzale di 75mila metri quadrati circa. Troppo breve, bisogna prolungarla perché l’intervento modifica l’area.

Concentrazione di opere, ma anche questioni ambientali. Arvedi si è impegnato a presentare entro 45 giorni dal 26 luglio una valutazione d’incidenza (VIC). Infatti nella zona ci sono una Zona a protezione speciale (ZPS) e un sito Sic, protetto dalla comunità europea. Il “corridoio ecologico” nord-sud dovrà essere mantenuto. Bisognerà poi predisporre un monitoraggio periodico delle acque di prima falda (immediatamente a valle dell’impianto), che dovrà essere effettuato trasmettendo i risultati all’ente gestore del SIC/ZPS, ovvero l’amministrazione provinciale. Bisognerà anche mitigare l’inquinamento luminoso, se le fonti luminose creeranno problemi.

Al termine della Conferenza dei servizi l’Ata Arvedi si impegna a concedere a Centropadane un’are di 53mila metri quadrati per il cantiere del terzo ponte, se e quando mai si farà. Modalità e oneri saranno stabiliti fra le due parti.

Un richiesta antipatica è quella del taglio di alcune piante per consentire l’accesso temporaneo all’area di via Riglio, al confine tra l’area immediatamente disponibile e quella per la quale è indispensabile l’autorizzazione paesistica.

Così l’amministrazione provinciale “si impegna – è il testo della Conferenza dei servizi – a richiedere al Comune di Cremona idonea autorizzazione al taglio di alcune piante”.

Quante?

Sempre troppe. E’ tutto conforme a legge, ma perché sempre gli alberi la devono pagare così cara? In Italia basta un’autorizzazione e si può fare quasi tutto. Soprattutto inquinare legalmente, come Taranto insegna.

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