Tanto per non perdere l’occasione di fare l’esperienza “local DOC” si fa un salto in ospedale… https://t.co/ogpNroCjVH pic.twitter.com/ve5nKp5ywz
— Andrea B. (@BeingAndrea) 9 Agosto 2014
Fin da subito per i miei ospiti fare tutto come lo fanno i tailandesi è stata una priorità. Ecco così che dopo il mercato galleggiante di Kwan Riam abbiamo chiesto ai miei amici tailandesi di farci da guide per una giornata tipica da local.
Chachoengsao si trova a solamente 80 km dal centro di Bangkok. 80 chilometri ed un tempo indefinito per percorrerli quando ci si cala nei panni dei tailandesi e tutto procede con la lentezza di cui questo paese è capace. E se quello che Alessandro, Cabiria e Raffaele volevano era una gita fuori porta in perfetto Stile Thai credo di essere riuscito ad accontentarli!
Noom & Family, le migliori guide local che si possano desiderare!
A dire il vero ce la siamo presa comoda: appuntamento poco prima delle 10 alla stazione Hua Lumphong di Bangkok da dove un treno di 3^ classe è partito puntualissimo alle 10:10 e in circa 2 ore ci ha portati per soli 13 baht (gratis per i tailandesi) fino a Chachoengsao - ฉะเชิงเทรา in tailandese.
Questa cittadina, capoluogo dell’omonima provincia, venne fondata a metà del 1500 e si è nel tempo sviluppata lungo il fiume Bang Pakong e i numerosi canali che da esso si diramano. La terra di questa regione è molto fertile e la maggior parte della gente è impiegata in lavori di manovalanza nelle numerose piantagioni di ananas, banane e cocchi.
Rappresenta anche un importante centro turistico/religioso… ma non per noi occidentali, per i tailandesi.
Arrivati a destinazione un song teaw scassatissimo ci ha portato alla prima tappa del nostro pellegrinaggio, Wat Sothonwararam Worawihan. Da veri local, guardato l’orologio e stabilito che oramai era mezzogiorno passato, prima ancora di varcare la soglia del tempio ci siamo fiondati nel mercato antistante per rifocillarci a dovere.
Piatto tipico: cozze ripassate in padella con frittata e germogli di soia - hoi tod หอยทอด
Ovviamente siamo in pochi istanti diventati il centro dell’attenzione. 5 occidentali accompagnati da 6 tailandesi non sono una cosa comune da queste parti e di certo ancora meno frequenti sotto i tendoni di questo mercato dove nonostante il caldo si frigge di tutto, come se non ci fosse un domani [cit. Cabiria Magni].
Tutti insieme appassionatamente!
E se di turisti occidentali ce n’erano pochi in “trattoria" ne abbiamo visti ancora di meno a Wat Sothonwararam Worawihan. Complice il fatto che fosse una giornata di festa - il 12 agosto in Thailandia si festeggia la “Festa della Mamma" e "compleanno della Regina" - in molti, dalla non lontana Bangkok, hanno optato per fare una scampagnata/pellegrinaggio a Chachoengsao: il bellissimo tempio ospita Luang Por Buddha Sothorn un’imponente statua ricoperta d’oro alla quale i fedeli attribuiscono il potere di esaudire le richieste delle preghiere.
Wat Sothonwararam Worawihan
Finita la visita al tempio, sempre in perfetto stile local thai, abbiamo contrattato il prezzo di 2 tuk tuk per raggiungere la nostra seconda tappa del pellegrinaggio: destinazione Wat Saman Rattanaram. Dico solo che per quanto è kitsch mia madre aveva scambiato questo posto per un luna park.
11 km in tuk tuk possono sembrare una piacevole passeggiata ma se sul tuk tuk ci si deve stare in 5 o 6 e si devono percorrere sotto al sole diversi chilometri su strade dissestate allora la passeggiata diventa tutt’altro che piacevole!
Selfie time sul tuk tuk: come rendere divertente una semplice scorrazzata!
Mi spiace solo che non avessi il cellulare pronto ad immortalare le facce sconcertate dei 3 neo-local d’eccezione! Arrivati a Wat Saman Rattanaram hanno capito perché ci tenevo che non sapessero dove fossimo diretti. Per Noom, Gloy, Sun e Yok che accanto ad una statua di Buddha ce ne sia una Ganesha è assolutamente normale… che buddismo ed induismo non conoscano una distinzione netta ma si fondano l’uno nell’altro è altrettanto normale… che enormi dragoni in stile cinese facciano da cornice a giganteschi topi rosa e viola è assolutamente plausibile… e che il tutto sia ovviamenteaffiancato da futuristici robot della serie cinematografica “Transformers” non sconvolge nessun tailandese.
Riuscite però ad immaginarvi la faccia barbuta di Raffaele davanti a un Ganesha sdraiato lungo più di 6 metri?
Reclining Ganesha
Wat Saman Rattanaram è un enorme cantiere sempre in costrizione dove stili e religioni sembrano non conoscere confini. Qui i fedeli si cimentano in lanci di monete sulle statue di bronzo e in appassionate confidenze alle orecchie dei toponi che fanno da portavoce delle preghiere per Ganesha. Chioschetti sparsi qua e là fra bancarelle di souvenir vendono cibo speziato a prezzi bassissimi. Il fiume dalle acque sabbiose che scorre accanto al tempio rende il paesaggio verde brillante 12 mesi l’anno mentre bambini chiassosi si rincorrono fra immagini sacre e scarpe abbandonate all’ingresso degli edifici di preghiera. Ancora una volta poche le facce da farang e questo ha reso orgoglioso Noom: aver portato noi 5 in questo improbabile festival delle religioni lo ha fatto sentire una guida local importante.
Sbracati accanto ai binari della stazione di Chachoengsao
Ma fare i local è stancante, fidatevi!
Divertente ma stancante.
Finita la visita siamo tornati alla stazione dove alle 18:20, puntuale neppure fossimo in Svizzera, è arrivato il treno locale di 3^ classe che sempre per soli 13 baht ci ha riportato a Bangkok
Unico inconveniente il fatto che dopo una giornata sotto al sole, un treno senza aria condizionata e neppure un posto libero per sedersi c’è sembrata una punizione divina al nostro blasfemo beffeggiare le statue dei Transformer!
2 ore dopo eravamo a Bangkok! Stanchi ma felici e consapevoli che una giornata così ha non solo rafforzato le nostre amicizie ma ci ha fatto apprezzare molte delle comodità che noi occidentali diamo per scontate.
Il modo migliore per cercare di capire il mondo è vederlo dal maggior numero possibile di angolazioni.
Ari Kiev