Seconda sconfitta consecutiva per la Roma di Luis Enrique, che come già nel turno precedente con il Genoa sicuramente avrebbe meritato il pari.
La Roma non demerita e anche in questa occasione non si fa mettere sotto dal Milan sul piano del gioco, ma non riesce a fare quel gradino verso l'alto che la porterebbe a giocare veramente alla pari anche con le grandi del campionato.
I giallorossi sembrano infatti mancare del guizzo necessario a marcare la differenza con l'avversario, mentre sembrano fin troppo preoccupati di rispettare le consegne tattiche ricevute dall'allenatore.
Il Milan, dal suo canto, è una squadra troppo esperta e attenta per sprecare le occasioni che una difesa romanista, troppo molle in troppe occasioni, gli lascia e segna ben tre gol di testa, due di Ibra e uno di Nesta, che necessariamente mettono sul banco degli accusati i difensori centrali della Roma, specialmente il brasiliano Juan, che uscito lamentando i soliti problemi muscolari sembra entrato in uno dei suoi periodi complicati.
C'è però da dire che passata in svantaggio una prima volta con il primo gol di Ubra e pareggiato con un gol ancora di testa di Burdisso, la Roma non ha mai rinuciato a giocare né dopo il raddoppio di Nesta né dopo il secondo gol di Ibra, riuscendo a riportarsi sotto con un forcing finale culminato col gol di Bojan.
Direi a questo punto che la Roma non possa però fare a meno di Eric Lamela, perchè l'argentino avrà pure solo 19 anni, ma mi è sembrato l'unico con il coraggio e la capacità di tentare lo spunto individuale risolutivo.
A questo punto è difficile prevedere le reazioni dell'ambiente capitolino, spesso preda di crisi isteriche davanti ai risultati negativi della squadra.
Già domani si vedrà cosa le famigerate radio locali romane vomiteranno nell'aree della capitale, ma c'è da aspettarsi veramente di tutto.
La differenza di atteggiamento di fronte ai risultati e al gioco della squadra la fanno però le aspettative che ognuno aveva posto sulla nuova Roma targata Usa.
Personalmente, lo dico molto onestamente, mi aspettavo di peggio, con un impatto sul campionato italiano drammatico dei nuovi calciatori e della conduzione tecnica made in Spain. Invece la squadra c'è, gioca e combatte con buona intensità.
Naturalmente non è perfetta e qualche pedina dovrà essere sostituita nel prossimo mercato invernale, ma sarebbe un peccato buttare il lavoro fatto fino ad ora per ricominciare da capo.
So però che sono in tanti a credere che questa squadra potrebbe già da ora aspirare a lottare per i traguardi più alti e che il suo limite sta proprio nell'inesperienza dell'allenatore, per cui i prossimi mesi, qualunque sarà la decisione della società sul destino di Luis Enrique, saranno al calor bianco.
Il Milan dal canto suo ha fatto il Milan, confermando di essere probabilmente la squadra più forte del campionato e capace di amministrare la partita per finirla coi colpi dei suoi campioni.
Intanto a Catania il Napoli soccombe davanti ai padroni di casa per 2 a 1, confermando l'equilibrio estremo che regna nel campionato e la classifica corta che può permettere anche a chi è ora attardato di recuperare molte posizioni in poche partite.
Il campionato è tutto ancora si deve decidere, sia per la lotta per il titolo, sia per le posizioni per la partecipazione alle coppe sia per la retrocessione in serie B.