Regia: Louis Malle Anno: 1958 Titolo originale: Ascenseur Pour L'Echafaud Voto: 6/10 Pagina di IMDB (8.0) Pagina di I Check Movies Acquista su Amazon
Il noir mi affascina, o almeno quello che io presumo sia tale, sebbene a conti fatti abbia visto davvero pochi film di questo genere. Non ci sono dubbi però su questo di Louis Malle , regista francese, che si basa su di una trama semplice e semplicistica, pur andando a sottolineare determinati elementi classici. E' il suo primo lungometraggio, di conseguenza una trama che si basa su di un romanzo non troppo elaborato, può anche starci. Il grosso del lavoro viene fatto in ambito di regia e fotografia: ambientazioni notturne, pensieri espressi ad alta voce, la protagonista (Jeanne Moreau) che vaga solitaria ed affranta... Amore e destino si scontrano, la pellicola si incentra totalmente su personaggi negativi, che per sentimenti (e denaro) commettono un omicidio. Il caso vuole che rocambolescamente vadano ad impicciarsi in guai altrettanto gravi, in maniera tanto fortuita, quanto forzata all'interno della storia. Questa però può essere messa da parte e concentrarsi sui sentimenti, dettati dall'amore, difficile da inseguire e raggiungere, è il modo migliori per gustarsi la pellicola. I due amanti, separati in maniera netta e drastica, dalla telefonata iniziale, si ritrovano soli: uno in balia degli eventi e dei propri errori, l'altra più dinamica , ma altrettanto impotente nei confronti del fato, che alla fine farà di tutto per non farli ricongiungere. L'ascensore e le notturne strade parigine sono due facce della solita claustrofobica medaglia. Impossibile uscire dall'angusto spazio che tiene prigioniero Maurice Ronet ed impossibile per la Moreau trovare il proprio amato (e complice) mentre un'altra coppia, ancora più scellerata, inconsapevolmente rovinerà ancora di più i loro piani. Ad impreziosire il climax ci pensa Miles Davis con la sua tromba che accompagna le passeggiate nell'oscurità