“Nessun pensiero, in realtà, è del tutto isolato. Il tuo vero spazio sta dentro. Quello che accade nello spirito si ripercuote sull’universo intero.”(Dugpa Rimpoche)
“Ascolta lo spazio fra le parole, il silenzio, che dà ai vocaboli il loro peso e che permette al senso di raggiungere l’anima. Non importa chi parla, tu o un altro. Non coprire troppo velocemente una parola con altre parole. Lascia spazio a ogni frase. Ogni parola è modulazione, vibrazione, colorazione dello spazio di senso. Ondulazione del silenzio. Abituati ad ascoltare senza dire niente. Non rispondere niente, nemmeno nella tua testa. Ascolta semplicemente. Ascolta veramente. Ferma il movimento incessante, automatico e vano dei pensieri. Lascia all’altro l’ultima parola. Non avere sempre una spiegazione. Lascia le domande aperte. Impara a non riempire immediatamente la mancanza, il silenzio, lo spazio. Quando evitiamo di avere l’ultima parola, facciamo sorgere lo spazio. Lascia [un] bianco.Dal momento stesso in cui molliamo la presa, lo spazio si espande. Lo spazio è l’ambiente della presenza. Evolviamo costantemente nel mezzo della rete di associazioni dei nostri pensieri. ciò che vediamo, udiamo e sentiamo si rapporta attraverso nessi associativi al passato della nostra esperienza. Ascoltiamo sempre solo con la nostra storia. Ascoltare veramente consiste nello scoprire, vedere, sentire lo spazio tra i nodi e i nessi della nostra rete mentale abituale. Siamo capaci di prendere contatto con lo sfondo sul quale risaltano i nostri pensieri, i nostri riflessi mentali, le nostre associazioni? Possiamo passare le dita tra i nodi della rete? Invece che correre senza sosta da una maglia all’altra, distendiamo la nostra mente fino a quando si rende presente allo spazio interstiziale, dove si trova da sempre.Recidi i nessi associativi che collegano le idee, le rappresentazioni, le emozioni. Smetti di scavare gli stessi solchi. Lascia che lo spazio mentale “si rifaccia” come un terreno che riposa a maggese dopo essere stato troppo coltivato. Fai che i pensieri che sorgono durante la meditazione non vadano a rinforzare gli antichi nessi associativi, che non ne creino di nuovi, che non si innestino su alcuna azione, alcuna abitudine. Allenta la rete delle abitudini mentali. Interrompi le associazioni meccaniche tra i tuoi pensieri. Apri un gioco nel tuo automatismo mentale. La lentezza traduce lo spazio nel tempo. La velocità aggressiva agita la superficie uniforme del lago della calma mentale. Disturba la pace e la pulizia del mondo. L’odio vuole riempire lo spazio invece di lasciarlo respirare, invece di lasciarci respirare. Lontani dalla pressione e dall’urgenza delle passioni, lontani dagli ingranaggi serrati e claustrofobici della sofferenza, lo spazio aperto tra noi e i nostri pensieri, lo spazio lasciato libero tra noi e gli altri pone le basi della pace.Le anime sono bolle fragili, iridescenti, trasparenti, che si riflettono le une nelle altre e il cui spazio, che condividono tutte, è la vera identità. La mente è qui, dietro ai tuoi occhi, davanti a te. Risuona in questo suono. Vibra in questa sensazione. La luce è tutto ciò che appare. Tutto ciò che appare è luce.” (Pierre Levy - Il fuoco liberatore - Sossella, 2006)