Non c'è nulla di più normale
che sapere del tuo stesso
profumo.
So dove trovarlo: sul collo di una
lana,
in attesa dentro il mobile in ciliegio,
steso al sole di un oro tondo che
portavi al dito,
ora messo a riposo o soltanto
dimenticato
dal tuo
incessante
lavorio. Pensa:
sulle chiavi è capace di stendersi -
recano, precise, le impronte del
tuo
tempo. Il primo.
Nella lontananza suggerita dall'arco
di un pensiero nel suo farsi
è iniziato il secondo.
Ho qualche immagine raccolta negli anni
da offrire al baratto; e qualche
lettera,
ancora,
per gonfiare il contrappeso.
D'altro, ben poco. Nulla.
Ascolta: scriverò ogni giorno,
per quel poco che valgo,
se è questo il gioco a cui stare.
E all'infinito.
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