Ascoltare con gli occhi – il NoirDesire di Flavio Di Nardo

Creato il 02 settembre 2014 da Wsf

La fotografia di Flavio Di Nardo è un mezzo d’indagine dell’anima umana. Gli elementi centrali attorno cui si sviluppa la foto sono solitamente due: in primo luogo abbiamo l’interiorità denudata delle modelle lasciate libere di esprimersi – lontane dal mondo – tramite le contrazioni delle proprie carni, svelando i propri desideri; in secondo luogo entra in gioco il fotografo che modifica la propria flessibilità cercando di cogliere l’assoluta e pura bellezza dell’essere che si mostra ormai privo di carcassa.
Gli spazi nudi e crudi che fanno da contorno, si annientano in un profondo e infinito nero, che sotto le dolci carezze delle muse si lascia agitare parendo quasi un mare oscuro in frenetica agitazione. Questi vuoti di colore hanno la funzione di mantenere l’attenzione dell’osservatore sull’enigma centrale: la rilucente modella.
La soluzione al gioco si trova nell’opera completa e perfettamente coagulata. La prospettiva come chiave estetica di riscoperta: uno sguardo sui lembi umani che spesso trascuriamo o di cui ignoriamo l’affascinante bellezza, una reinterpretazione del linguaggio del corpo.

Cos’è per te una fotografia?

Una fotografia, nel mio caso, non è nient’altro che il palesare in modo fisico (nel senso stretto del termine) il punto di arrivo, che è stato in ogni caso raggiunto precedentemente nell’istante stesso in cui io ed il soggetto ci siamo trovati ad interagire per la sua realizzazione.
Una fotografia è un memorandum fisico delle nostre emozioni.

Cos’è importante in una foto?

Tutto e niente, potrei rispondere in maniera sbrigativa ed esaustiva.
Per ciò che mi riguarda, specie per il mio modo di viverla è necessario che vi sia quell’emozione – un desiderio bramato e mai espresso, intravisto e catturato – per scoprire nuovi e vecchi orizzonti del proprio essere e dell’essere altrui che mai abbiano visto luce sino a quel preciso momento.

Nelle tue foto c’è una spiccata attenzione sulla prospettiva da cui catturi i corpi…

Generalmente, anzi quasi sempre, essendo il soggetto libero di esprimere se stesso (in qualsivoglia forma davanti all’obbiettivo), cerco di interpretare lo scatto nella maniera che ritengo possa dar spazio alla libera espressione al meglio.
Ovviamente secondo il mio gusto ma sempre tenendo come punto cardine l’essere della persona che ho di fronte.

Perché usare principalmente corpi nudi?

Semplice, quando dico che “il nostro corpo dice più di quanto non sembri”, mi riferisco al fatto che se, spogli da indumenti siamo fondamentalmente e totalmente liberi di comunicare senza barriere alcune, siamo fragili, forti, dirompenti, esibizionisti, cristallini come mai.
Questo ci permette attraverso semplici movenze di intravedere ogni singolo muscolo del nostro corpo contrarsi oppure rilassarsi e, attraverso le gesta, di arricchire il linguaggio non verbale di ognuno di noi. Ciò attraverso l’uso di un qualsiasi indumento verrebbe oscurato o frainteso.
Il tutto per fare un esempio banale potrebbe essere paragonato ad un discorso scritto anziché espresso a voce, con il quale è abbastanza difficile fraintendere il messaggio che ci perviene se non lo si vuole ascoltare.

Come mai spesso copri gli occhi alle tue modelle?

Il coprire gli occhi, nascondendo lo sguardo è anch’esso un mezzo per arrivare allo scopo finale.
Ovvero, in fondo è una maschera, ed è una maschera che scherma dal mondo esterno e che disinibisce ognuno di noi indossandola.
In questa maniera il soggetto nella maggior parte dei casi, vive se stesso davanti ad un obiettivo non solo fisico ma soprattutto mentale in maniera più libera e disinvolta; ricordiamo sempre che come si diceva prima si stanno comunque portando alla luce parti nascoste di noi stessi, intime e personali, indi per cui la maschera diviene il filtro che conduce alla propria libertà espressiva.

Cosa percepisci come “bello”?

Il “bello” è quel qualcosa che ci fa star bene a priori, senza che vi sia per forza una spiegazione a rafforzarne il valore che esso ha per noi in quell’istante.
E’ ciò che ci fa stupire, che ci fa rimanere abbagliati dalla sua immensa semplicità o complessità a seconda dei casi.
E’ ciò che ci permette di commuoverci, di abbracciare un’immagine della vita, delle persone e delle cose che ci circondano.
Le quali non si pensava esistessero sino a che non le ritroviamo davanti agli occhi, donandoci una miriade di sensazioni che ci erano sconosciute, ogni volta in maniera totalmente differente.

Pensi che i colori siano importanti nella tua fotografia?

Certamente. Attraverso essi le persone esprimono il proprio essere, si identificano in qualcosa, comunicano il proprio stato d’animo. Si Tratta sempre di un linguaggio non verbale.
In riferimento alle mie visioni, tendo ad utilizzare colori come il rosso ed il nero per ciò che concerne mani, piedi, labbra e occhi – qualora si vedano – solo un filo di matita nera. Anche negli accessori che creo o mi procuro ho la tendenza ad usarne sempre e solo quei colori.
In Assoluto preferisco il non colore, ovvero il Nero. Non a caso, proprio per una scelta volta a convogliare tutta l’attenzione sul soggetto, per evitare che alcuni elementi distraggano lo spettatore, uso uno sfondo nero. Sono stati rari i casi nei quali io abbia usato altro, e ciò fa parte per lo più del passato.
Il Nero a differenza di quelli che si possono chiamare colori, i quali trasmettono delle sensazioni ben precise e distinte fra loro, ne racchiude in se più di una. A seconda di chi lo indossa o vi si lascia avvolgere, trasmette eleganza, fragilità, forza, prepotenza, sensualità, provocazione, calore, paura alle volte (proprio perché fondamentalmente impenetrabile), desiderio di conoscere, svelare, incertezza e decisione al tempo stesso.
Una solitudine che in quell’istante bisbiglia al mondo “io sono qui” e si lascia ammirare.

BIOGRAFIA
Nato il 22-1-1979 in Svizzera.

Ognuno di noi ha qualcosa da dire,
non solo verbalmente.
Il nostro corpo dice più di quanto non sembri,
le nostre movenze,
i nostri gesti,
i nostri sguardi esprimono ciò che a parole non riusciamo
o non vogliamo dire in altra maniera.

Come l’acqua, prendo la forma del Desiderio altrui.

LINK
http://www.facebook.com/FdnPhotographer
http://www.flaviodinardo.com


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :