Asili nido e liste d’attesa

Da Infanziadelbambino

Anche se mancano pochi giorni a Natale, oggi vorrei porre la mia attenzione su un articolo letto qualche giorno fa su Sette il settimanale del Corriere della Sera.

L’articolo di Sara Gandolfi, descrive lo stato dei servizi per l’infanzia, vediamo se riesco a farne un breve ma esauriente riassunto.
Le liste d’attesa sono lunghissime, i posti disponibili troppo pochi e soprattutto nel sud Italia si sta tornando ad affidare i bambini ai nonni.

L’Istat ci fa sapere nel suo ultimo rapporto sull’offerta comunale di asili nido che il 33% dei bambini deve avere un posto all’asilo ma che in realtà la copertura offerta in Italia, tra nidi e servizi integrativi è del 18,9% e cambia a seconda della geografia.
Nel nord-est siamo al 16,8%, al sud si scende fino al 3,3%.
In Emilia Romagna, Toscana e Umbria ci sono più di 30 posti per 100 bambini, in Liguria 28 e al sud si scende fino al 10%.

Lo Stato italiano è sordo, il nostro è l’unico paese europeo che non ha un capitolo nella legge di stabilità a beneficio dei servizi dell’infanzia, scaricati completamente sulle spalle di regioni e Comuni. Un’anomalia assoluta”. Dice Lorenzo Campioni, pedagogo e presidente dell’associazione Gruppo Nidi Infanzia.

Come dicevo prima, sono troppo lunghe le liste d’attesa, troppo pochi i posti disponibili e troppi i bambini che vengono a casa.

Ricordate le dichiarazioni dei ministri Brunetta, Carfagna e Giovanardi? Quando ci fu l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne del pubblico impiego dichiararono che una quota consistente dei fondi risparmiati sarebbero andati a beneficio della costruzione di nidi e servizi integrativi. Poi si potrebbe attingere, per una quota nominale, ai risparmi derivanti dal taglio dei costi della politica” dice ancora Campioni.

Purtroppo la realtà, come sappiamo, è molto diversa. Oggi tanti bambini restano fuori dal nido perché non ci sono posti disponibili, molti trovano la soluzione nel privato, ma non tutti possono andarci.
Il Ministro Elsa Fornero, con delega alle Pari Opportunità, ha sottoscritto in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni-Città e autonomie locali, la nuova Intesa Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per il 2012, stanziando 15 milioni di euro del proprio fondo “Tra le molte e diverse azioni realizzate tra il 2011 e l’anno in corso, una parte importante spetta alle strutture per l’infanzia” fa sapere una nota del Dipartimento, “A oggi sono stati potenziati realizzati ex novo 832 servizi: in prevalenza nidi d’infanzia (448) ma anche servizi educativi in contesti domiciliari (331) oltre a spazi ricreativi”.
Le iniziative quindi ci sono ma sono ancora insufficienti.
L’articolo è ancora lunghissimo.
Ma in sostanza si parla di posti al nido insufficienti e di fondi stanziati ma che non bastano…
Il problema di fondo è come vengono visti ancora oggi gli asili nido. Rientrano nella categoria dei servizi a domanda individuale, ossia nei servizi dove è obbligatorio avere un rientro delle spese tramite rette e contribuzioni a carico dell’utente.
Solo che non basta. I servizi comunque sono a volte inadeguati e i Comuni non riescono comunque a sostenere le spese e così ci si affida a servizi esterni per garantire il servizio. Oggi i tagli ai comuni e il Patto di stabilità non facilitano il lavoro ai comuni che magari hanno asili nido ma faticano a tenerli aperti.
Così ci si rivolge al Project Financing, ossia il Comune possiede l’edificio e lo dà in gestione ad una cooperativa esterna, correndo anche dei rischi.
Oppure c’è il sistema degli appalti, vince chi offre il prezzo più basso, ma questo a volte si ripercuote sul servizio.

Per concludere, mi viene in mente una domanda, bè forse più di una, ma le mamme che lavorano e non hanno il bambino al nido come fanno?
Se pensiamo a 30 anni fa, le nonne accudivano i nipoti, ma oggi che le nonne lavorano ancora come si fa?
Allora saranno di nuovo le mamme a sacrificarsi e a stare a casa dal lavoro per prendersi cura dei figli o non si faranno più figli?
La risposta c’è, dovremmo tornare nel 1800 quando le donne lavoravano nelle fabbriche con asilo nido!
Nel 1842 per le mogli degli operai delle cartiere Cini a San Marcello in Toscana era aperto un asilo nido aziendale…. 1842!


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