Asp fidenza: soci matti da legare - 1° parte

Creato il 27 novembre 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1

Il 31 luglio scorso il consigliere Lino Bonatti del CdA dell'ASP è decaduto dalla carica per sopravvenute ragioni di incompatibilità (art. 23, co. 1, dello Statuto di ASP) dopo che il figlio è entrato a far parte della compagine di Massari e fin qui, fino a lunedì scorso, nulla di rilevante se non fosse che l'Assemblea dei Soci di Massari non ha provveduto per tempo alla sua sostituzione (surroga) entro i trenta giorni dalla data delle dimissioni (art. 24, co. 1, del medesimo Statuto) nel frattempo divenute efficaci. Addirittura pare che il Comune di Fidenza poco tempo fa abbia emanato un bando (non si conosce chi vi abbia partecipato e con quali titoli) per la ricerca di un candidato adatto, tra l'altro, anche a ricoprire una carica tra le Sue società partecipate o a cui partecipa (come l'ASP), fatto che se provato farebbe ulteriormente sprofondare il Massari Presidente dell'Assemblea dei Soci nel ridicolo perché avrebbe dimostrato di non conoscere per niente lo Statuto dell'ASP a norma del quale è l'Assemblea e non un singolo Comune Socio, ancorché detentore di una quota rilevante (il 27,6%) di rappresentanza dell'Azienda, a nominare un componente di un qualsiasi suo Organo.
Adesso la domanda naturale che ne deriva è: ma perché a distanza di ben quattro mesi la decadenza di Bonatti diventerebbe oggi rilevante? Ebbene la diventa perché, come qualcuno ricorderà, il 17 scorso due membri del CdA, Francesco Meduri (il Presidente dell'ASP) e Roberto Gandolfi (consigliere) con un “colpo di mano”, le parole sono del Vice Presidente Franco Corradi, ordito insieme a Massari hanno rassegnato le loro dimissioni all'Assemblea dei Soci e con questo credendo e facendo crederlo a tutti che le loro dimissioni in aggiunta a quella di quattro mesi indietro di Bonatti fossero sufficienti a far decadere l'intero CdA e il Direttore da questo nominato aprendo così la strada al “nuovo corso” dell'Azienda: l'esternalizazione a tutto spiano dei suoi servizi al privato cooperativo (con Antonio Costantino, Andrea Volta, i fratelli Altieri e il rifondarolo Marxilletti in visibilio) da condurre in porto con l'aiuto di un nuovo fedelissimo CdA e un nuovo docilissimo Direttore, tutti quanti da mesi pronti ad accettare la sfida lanciata dalla stessa CGIL per la quale la presenza di piùsoggetti garantisce il confronto sul livello di efficacia dei servizi e pluralità nella scelta deiservizi da parte dei cittadinie tutti quanti disponibili a marciarecontro un'Azienda Pubblica che si è ostinata a difendere la fattibilità, ampiamente provata, della gestione diretta dei suoi servizi alla persona con personale alle sue dirette dipendenze e parametri assistenziali superiori a quelli minimi rimborsati dalla Regione e dall'Azienda USL continuando al contempo a perseguire il pareggio di bilancio, già raggiunto nel 2013 e pure nel 2014.
E invece così non sta andando, perché Massari da giugno tutto preso dal suo “Semester Porc” e non si è accorto dell'esistenza in ASP di un consigliere e Vice Presidente, contrario come nessun altro dei suoi nel PD e nella CGIL al mercato delle vacche dei servizi pubblici alla persona, che ha impugnato la presunta decadenza automatica del CdA derivante dalle dimissioni presentate da tre consiglieri, Meduri e Gandolfi il 17 novembre e Bonatti il 31 luglio, e, Statuto alla mano, ha rinfacciato ai Soci di ASP che l'articolo 22, comma 1, del medesimo recita inequivocabilmente che soltanto “Le contemporaneedimissioni o cessazione, a qualsiasi titolo, di tre membri determinano la decadenza dell’intero Consiglio di amministrazione” e che pertanto le dimissioni presentate da Bonatti il 31 luglio, non rientranti nella contemporaneità prevista dallo Statuto, non avevano valenza ai fini della decadenza dell'intero CdA e del suo Direttore che quindi, dopo la surroga dei tre consiglieri dimissionari, resteranno entrambi teoricamente in carica fino alla scadenza naturale dell'ultimo mandato ricevuto (per 5 anni a partire dal rinnovo del settembre 2013).
Non c'è che dire, una bella porcata di gestione e di risultato che porta la firma di Massari e dei suoi 10 soci con la consulenza creativa dei relativi funzionari comunali dimostratisi utilissimi per un anno e mezzo a raccontare frottole sulle impossibilità assunzionali delle ASP e a suggerire riserve fasulle sui vari studi di fattibilità prodotti dalla loro ASP ma inutilissimi a ricordare ai Soci una cosa tanto elementare quanto lo Statuto della loro ASP. E adesso come vorranno uscirne per dare comunque al dominus della cooperazione locale le strutture promesse all'unanimità il 30 giugno scorso? Quali pupazzi i Soci hanno intenzione di nominare velocemente al posto dei tre consiglieri dimissionati e disponibili a dimettersi in blocco, in qualsiasi istante (anche rischiando la galera per colpa di Soci incompetenti?), per far decadere l'intero CdA e il Direttore?
Lunedì scorso, al mattino, il Vice Presidente Corradi ha incastrato i Soci di ASP attraverso lo Statuto aziendale, al pomeriggio gli imbarazzatissimi Soci hanno incontrato la solitaria terna sindacale confederale, oggi (mercoledì), mancando loro il coraggio, hanno invece annullato l'incontro in programma con l'USB e i rappresentanti dei lavoratori e al loro posto si sono incontrati con il Presidente Meduri e il consigliere Gandolfi dolenti e dolosi dimissionari, assenti volontari i due consiglieri (Corradi e Ferrari) che hanno rifiutato di dimettersi dato il tiro mancino giocato da Meduri e Gandolfi e considerando che ai sensi dell'articolo 22, comma 3, dello Statuto “La revoca del Consiglio di amministrazione è disposta con deliberazione motivata dell’Assemblea dei soci, nei casi definiti dalla normativa regionale vigente”, deliberazione mai adottata dai Soci. E dunque che vorrà fare Massari?
Facciamo attenzione al suo “December Porc”.
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