Aspettando l'oscar, fate il vostro gioco...
Creato il 20 febbraio 2013 da Kelvin
Il 24 febbraio in Italia sarà tempo di elezioni, e di sicuro non saranno in molti coloro che butteranno l'occhio, a notte fonda, su un altro scrutinio che si svolge ormai ininterrottamente da 85 anni dalle parti di Hollywood... sì, in America è tempo di Oscar e lì proprio non interessano a nessuno le nostre piccole beghe! Scherzi a parte, eccoci qua puntuali come ogni anno a cimentarci nel solito giochino dei pronostici, e saremmo lieti se anche qualcuno tra voi lettori volesse dire la sua in proposito, giusto per dare un po' di pepe all'attesa! Cominciamo dunque ad analizzare 'scentificamente', come di consueto, le categorie più importanti e a fare le dovute considerazioni. Poi tra pochissimi giorni vedremo chi sarà stato buon profeta... i giochi sono aperti!
MIGLIOR FILML'America è una nazione in crisi che ha un disperato bisogno di eroi. E chi potrebbe essere più eroe di Abramo Lincoln, il presidente che abolì la schiavitù, riunificò il paese e lo condusse verso il benessere? Per gli americani Lincoln è una figura quasi mitologica, intoccabile, venerata da almeno trecento milioni di persone. Per questo Lincoln è il favorito numero uno di quest'anno: l'Academy ha (finalmente) un eroe da celebrare, e il suo cerimoniere si chiama Steven Spielberg, non uno qualsiasi. Il film agli occhi di noi europei è noiosetto, prolisso e poco avvincente, ma vallo a dire a loro... L'unico rivale accreditato risponde al nome di Argo, già vincitore del Golden Globe e diretto da quel Ben Affleck che, se non fosse bello, giovane, prestante e palestrato, magari qualcuno a Hollywood potrebbe anche prendere sul serio. Affleck, a dispetto della nomea di sex-symbol che lo accompagna da anni, ha dimostrato di essere molto più bravo dietro la macchina da presa piuttosto che davanti. Peccato che per l'Academy sia ancora un oggetto misterioso... non a caso non ha ricevuto nemmeno la nomination per la regìa. In ogni caso, sia Lincoln che Argo sono due film che rimettono al centro la forza degli Studios e delle grandi major: il primo è la biografia del politico più amato degli Stati Uniti, raccontata con dovizia di particolari. Il secondo è la cronaca, tanto assurda quanto incredibilmente vera, dalla più inverosimile operazione di spionaggio e diplomazia mai operata dai servizi segreti americani. E' il trionfo della vecchia Hollywood, tronfia e contemplatrice, che dopo tre anni di digiuno e dopo aver pagato dazio al cinema indipendente (The Hurt Locker, Il discorso del Re e The Artist) è pronta prepotentemente a riprendersi il trono.Pochissime possibilità (per non dire nessuna) per gli altri film in gara: e dispiace davvero per Django Unchained di Tarantino e Zero Dark Thirty della Bigelow, i film indiscutibilmente più belli dell'anno ma, purtroppo per loro, lontani anni-luce dai canoni dell'Academy. Due film 'scomodi', che rievocano pagine nere della Storia americana (la schiavitù e le torture, l'annientamento della dignità dell'essere umano) e che, verosimilmente dovranno accontentarsi delle briciole. Così come Vita di Pi di Ang Lee, troppo 'moderno' e visionario, e come Re della Terra Selvaggia, messo lì solo per dare un 'contentino' al cinema 'indie'.Discorso a parte invece per Silver Linings Playbook di David O. Russell (che uscirà da noi col titolo Il lato positivo): commedia sofisticata e piuttosto conformista che punterà molto sulle canditure ai propri interpreti, tutti in nomination (Jennifer Lawrence, Bradley Cooper, Jacki Weaver e Robert DeNiro), e per il kolossal Les Misérablés, cui le otto candidature sono forse fin troppo generose.VINCERA': LINCOLNIL NOSTRO PREFERITO: DJANGO UNCHAINED
MIGLIOR REGIAQui Steven Spielberg dovrebbe vincere a mani basse, e sarebbe il terzo Oscar per il regista di Cincinnati dopo quelli per Schindler's list e Salvate il soldato Ryan. Un risultato che lo proietterebbe nell'olimpo di Hollywood, a una sola lunghezza dal grande John Ford. Pronostico facile soprattutto per mancanza di avversari... l'Academy ha fatto fuori le candidature più scomode (Kathryn Bigelow, Quentin Tarantino e il sottovalutato Ben Affleck) ed è difficilmente pensabile che altri potranno inserirsi nella lotta. Solo a livello teorico, il più accreditato potrebbe essere il tetro Michael Haneke, ma crediamo che si dovrà 'accontentare' della statuetta per il miglior film straniero... Personalmente, della cinquina in gara la nostra preferenza va al bravo Ang Lee, regista eclettico capace di passare con disinvoltura dalla commedia, al dramma, all'azione, nonchè dalle produzioni indipendenti ai kolossal milionari. Con Vita di Pi ha realizzato un piccolo gioiello. Ma se ne resterà comodo in poltrona ad applaudire lo zio Steven...VINCERA': STEVEN SPILEBERG (LINCOLN)IL NOSTRO PREFERITO: ANG LEE (VITA DI PI)
MIGLIOR ATTORE I bookmakers ormai da tempo non accettano più scommesse su di lui: Daniel Day-Lewis si appresta a portare a casa il terzo Oscar (dopo quelli per Il mio piede sinistro e Il Petroliere) e non ce ne sarà davvero per nessuno: Joaquin Phoenix è bravissimo in The Master (per il quale ha già vinto la Coppa Volpi a Venezia) ma in America il film di Anderson è stato un flop e certi 'peccati' si pagano... Bradley Cooper (Il lato positivo) è invece alla prima candidatura, ma difficilmente l'Academy premia i ruoli brillanti. Denzel Washington in Flight è bravo ma ha fatto ben di meglio in passato, mentre la nomination a Hugh Jackman per Les Misérablés ci sembra davvero molto molto generosa... Insomma, non c'è storia. Eppure, opinione personalissima, a noi il Day-Lewis di Lincoln non convince: troppo 'impostato' come recitazione, troppo innaturale anche per colpa del trucco pesante e non necessario. Vittoria, insomma, più per il carisma che per effettivi meriti, ma l'Oscar è anche questo...VINCERA': DANIEL DAY-LEWIS (LINCOLN)IL NOSTRO PREFERITO: JOAQUIN PHOENIX (THE MASTER)
MIGLIOR ATTRICEQuando si dice che il talento non ha età... l'ottantacinquenne Emmanuelle Riva (in gara per Amour) e la neanche decenne Quvenzhanè Wallis (splendida protagonista in Re della terra selvaggia) sono, rispettivamente, la più anziana e la più giovane candidata nella storia degli Oscar. Non è un colpo di teatro dell'Academy: entrambe sono protagoniste di due film importanti e distanti anni luce dagli standard hollywoodiani, quasi come se i giurati volessero testimoniare attraverso queste nominations la loro attenzione e vicinanza verso altri 'mondi' cinefili. Peccato che... beh, nessuna delle due abbia delle serie speranze di vittoria! In questa categoria infatti c'è una favorita d'obbligo: Jessica Chastain è semplicemente 'mostruosa' (di bravura!) in Zero Dark Thirty, il film di Kathryn Bigelow che racconta la 'caccia' a Osama Bin Laden. La Chastain è Maya, giovane recluta della Cia che sacrificherà tutto (salute, affetti, vita privata) in nome della causa, facendo della sua missione un'autentica ossessione. Per lei è il ruolo della vita, se perdesse sarebbe davvero un delitto... magari mitigato dalla vittoria di un'altra splendida fanciulla, quella Jennifer Lawrence bravissima protagonista de Il lato positivo, il film di David O. Russell che si appresta a diventare la commedia più fortunata dell'anno. Jennifer è giovane, talentuosa, bella e determinata: a soli 22 anni è già alla sua seconda candidatura in tre anni, e la statuetta prima o poi la vincerà... è solo questione di tempo! Solo 'riempitiva', infine, la nomination per la Naomi Watts di The Impossible.
VINCERA': JESSICA CHASTAIN (ZERO DARK THIRTY)
LA NOSTRA PREFERITA: JESSICA CHASTAIN (ZERO DARK THIRTY)
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Basta leggere i nomi dei candidati per capire il livello di questa cinquina: che, come spesso accade, è di gran lunga superiore a quella degli attori protagonisti. Tra l'altro, non si capisce che cosa ci faccia in questa categoria uno come Philip Seymour Hoffman, che in The Master è protagonista almeno quanto Joaquim Phoenix... ma forse è il solito 'trucchetto' dell'Academy per dare un contentino ad un film (e a un attore) che, altrimenti, sarebbe chiuso nella categoria principale (dove Daniel Day-Lewis ha già prenotato il premio). Potrebbe accadere però che, in caso di trionfo di Lincoln, l'effetto-domino degli altri premi finisca per avvantaggiare Tommy Lee Jones, e non sarebbe comunque uno scandalo. Anche se, alla fine, il più bravo di tutti è ancora una volta l'istrionico Christoph Waltz, già oscarizzato in Bastardi senza gloria e per questo difficilmente 'rieleggibile'. Suscita simpatia invece la candidatura di una leggenda vivente come Robert DeNiro (che si prende simpaticamente in giro ne Il lato positivo), mentre sono quasi nulle le speranze per Alan Arkin, cinico e divertentissimo produttore cinematografico in pensione in Argo di Ben Affleck.
VINCERA': TOMMY LEE JONES (LINCOLN)
IL NOSTRO PREFERITO: PHILIP SEYMOUR HOFFMAN (THE MASTER)
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Se Lincoln, come da previsioni, dovesse essere l'asso pigliatutto della serata, allora per Sally Field ci sarebbero buone possibilità di vittoria. Sarebbe però un peccato, perchè a nostro avviso Anne Hathaway è davvero incantevole nel suo ruolo di Fantine in Les Misérablés: un'interpretazione sentita, sofferta, appassionata, dove la giovane ma già affermata Anne si è superata. Noi tifiamo per lei, spudoratamente. Poche chanches per le altre tre candidate, Jacki Weaver, Helen Hunt e Amy Adams.
VINCERA': ANNE HATHAWAY (LES MISERABLES)
LA NOSTRA PREFERITA: ANNE HATHAWAY (LES MISERABLES)
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Questa è la categoria dove, notoriamente, si trovano le cose migliori dell'anno: e se a votare fossero i critici e tutti gli appassionati di cinema crediamo che Quentin Tarantino vincerebbe a mani basse. Non riusciamo infatti a immaginare chi potrebbe togliere il premio allo script di Django Unchained... Ma Tarantino, lo sappiamo, è visto dall'Academy come un 'alieno', un guastafeste che si diverte a scimmiottare e macinare generi e idee di altri. E allora ecco che salgono le quotazioni di Amour, trionfatore a Cannes e quasi sicuro vincitore tra i film stranieri. E come non considerare la nomination di Mark Boal per Zero Dark Thirty? Un filmone di due ore e mezza dove la tensione è dovuta quasi esclusivamente alla partitura 'perfetta' e senza sbavature del 'Signor Bigelow'. E vogliamo parlare anche del dolcissimo e delicato Moonrise Kingdom, scritto a quattro mani da Wes Anderson e Roman Coppola? Quattro film, quattro grandi sceneggiature. Che fanno quasi scomparire quella, comunque onestissima, di John Gatins per Flight. Insomma... comunque vada sarà un successo!
VINCERA': MICHAEL HANEKE (AMOUR)
IL NOSTRO PREFERITO: QUENTIN TARANTINO (DJANGO UNCHAINED)
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Bella lotta anche qui, dove Tony Kushner (cui Spielberg ha affidato la scrittura di Lincoln) dovrà vedersela col piccolo-grande film indipendente Re della Terra Selvaggia: una lotta tra Davide e Golia dove potrebbe inserirsi, a sorpresa, David O.Russell (anche regista de Il lato positivo). Bella ma convenzionale invece la sceneggiatura di David Magee, che in Vita di Pi si è limitato a trasporre fedelmente il bel libro di Yann Martel. Alla fine però il miglior testo finisce per essere quello di Argo, dove il bravissimo Chris Terrio potrebbe davvero spuntarla. E sarebbe un premio meritatissimo. Vedremo.
VINCERA': CHRIS TERRIO (ARGO)
IL NOSTRO PREFERITO: CHRIS TERRIO (ARGO)
LE ALTRE CANDIDATURE
Poca Italia quest'anno agli Oscar: l'unico nostro candidato è il musicista Dario Marianelli, già vincitore qualche anno fa per Espiazione di Joe Wright e in gara stavolta per la colonna sonora di Anna Karenina, dello stesso regista: auguri. Tra i film stranieri, scontata la vittoria di Amour di Michael Haneke (vincitore di tutti i premi possibili e immaginabili da Cannes in poi), mentre tra i cartoni facciamo tutti il tifo per Frankenweenie di Tim Burton: ma battere la concorrenza delle grandi major (Ribelle e Ralph Spaccatutto) non sarà facile. Mentre Lo Hobbit, Les Misérablés e Anna Karenina si spartiranno verosimilmente le statuette delle categorie 'tecniche' (costumi, fotografia, trucco, effetti speciali). Vinca il migliore!
GLI ASSENTI
E siamo alle dolenti note... ogni anno, puntualmente, l'annuncio delle candidature agli Oscar fa storcere il naso a legioni di appassionati di cinema, delusi per non ritrovare nelle cinquine che contano alcuni dei loro beniamini. E giù a dire che gli Oscar sono una buffonata, che non sono rappresentativi del 'vero' cinema (quale sarà mai, poi?), che 'fanno vincere solo chi vogliono loro' (frase e mentalità, questa, a dire il vero tipicamente italica). Allora, sgombriamo innanzitutto il campo da alcune ipotesi fantasiose: agli Oscar non ci sono 'complotti'. Le decisioni dell'Academy potranno essere discutibili ma sono assolutamente limpide e 'democratiche', per il semplice fatto che non si possono davvero 'comprare' quasi settemila giurati... è virtualmente impossibile. Così come, davvero, fino al momento dell'apertura delle buste nessuno conosce chi sarà il nome del vincitore. Del resto, negli Usa tutto viene fatto in funzione dello spettacolo, e un vincitore annunciato non farebbe certo salire l'audience!
E, soprattutto, bisogna mettersi in testa una cosa: non bisogna prendere gli Oscar per quello che NON sono! Gli Oscar NON sono i premi della critica, ma sono i premi dell'industria cinematografica e come tale vanno considerati. Non si scappa. E' inutile perciò arrabbiarsi se viene dato poco spazio al cinema indipendente o internazionale, o se certe scelte appaiono convenzionali e poco coraggiose: non siamo nè a Cannes nè a Venezia, qui è Hollywood che premia se stessa e di sicuro ci pensa due volte prima di consegnare la statuetta a chi non produce film dentro gli Studios... è così e sarà sempre così'. Amen.
L'Academy è conservatrice di natura, e ama solo determinati generi. Così come ha una propria idea di cinema e elimina senza pietà tutto ciò che NON rientra nei suoi canoni: inutile quindi prendersela se non troviamo tra i migliori registi gente come Christopher Nolan, Quentin Tarantino, Kathryn Bigelow o Wes Anderson, per non parlare di Terrence Malick... Del resto anche l'Academy stessa è consapevole di non essere il Verbo: nessuno dei suoi settemila membri ha la pretesa di essere al di sopra delle parti ed è consapevole che c'è anche altro cinema oltre Hollywood. Solo che, semplicemente, a loro non interessa affatto. Gli Oscar sono questi, prendere o lasciare.
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