Ci aveva illusi ai primi di marzo ed ora sembra sparita, inghiottita dalla pioggia e dal vento.
Intanto, ha fatto in tempo a far ammalare Luca, che venerdì aveva 39 di febbre.
Ma tornerà, l'aspettiamo al varco.
Intanto, la casa si colora del giallo dei narcisi, mia madre fa scorzette candite con le ultime arance, i bambini hanno già progetti per l'estate.
Io lavoro a maglia pensando al prossimo anno, come se questo inverno fosse già finito.
E scrivo.
Sono tornata a scrivere dopo mesi di blocco. L'inattività totale di 4 giorni di febbre mi ha dato la soluzione a una situazione che non sapevo risolvere.
Con una piccola marcia indietro, ho ripreso slancio. Mi dispiace solo che, dopo un intero weekend passato con la penna in mano, non sono più riuscita a scrivere una riga tra ieri e oggi. Ma stavolta si tratta solo di quell'attesa che ti rende ancora più ansiosa: so come proseguire, anche se non tutti i passaggi narrativi mi sono chiari.
Cosa sto scrivendo? Una cosa nuova, che con Sholeh Zard ha solo qualche piccolo punto di contatto. Diversi i personaggi, l'epoca, l'ambientazione. Uguali il piacere e il divertimento con cui scrivo.
In attesa della primavera.